patio andaluz

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Località: Italy

Odio le persone apatiche. Di conseguenza amo quelle passionali

venerdì, dicembre 29, 2006

Eclypse


Tutto quel che tocchi e tutto quel che vedi
Tutto quel che assaggi, tutto quel che senti
Tutto quel che ami e tutto quel che odi
Tutto quel che non ti convince, tutto quel che scegli
E tutto quel che dai, e quel che regali
Che compri, che chiedi, che impresti o che rubi
Quel che tu crei, quel che distruggi
E tutto quello che fai e che dici
Tutto quel che mangi e tutti quelli che incontri
Tutto quel che disprezzi e tutti quelli che combatti
Tutto il presente e tutto quel che è andato
E tutto il futuro
E tutto quanto sotto il sole è in sintonia
Ma il sole è eclissato dalla luna...

Alla fine ti sembra come un gomitolo di fili colorati, questo anno che se ne va. Una massa di colori aggrovigliati, dove non si sa dove inizi l’uno e dove finisca l’altro, e insieme rotolano...
E così le settimane sono passate portandosi via il perché degli eventi e tu non ricordi nemmeno da dove sia cominciato questo e quello, e l’ineluttabile concatenarsi delle circostanze ha tessuto una trama attraverso cui, dopo trecentosessantacinque giorni, cercherai di filtrare tutto ciò che scegli, lasciandoti alle spalle quanto non è più in sintonia, in questo salto della mezzanotte... Tutto il presente e tutto quel che è andato, e tutto il futuro che inevitabilmente, talvolta, sarà offuscato da un'eclisse...
Non rimpiangerò questo anno, fatto di parole non dette, di aspettative e delusioni. Di persone perse, di persone ritrovate e di persone nuove. E quelle perse, quelle che ho voluto lasciare, non riuscirò a dimenticarle facilmente lasciandole dietro la notte del trentuno, perché le parole non dette, non servono a niente. Prima o poi ritroverò chi credevo amico e persona rispettabile, sincera, e dovrò spiegare perché non l' ho più voluto, perché sono scappata dopo aver capito quello che era in realtà, e molto codardamente non ho mai dato spiegazioni. Ma forse, quando si ripresenterà, sarò più forte, perché saltando il muro mi sono portata i legami più importanti, quelli che ho voluto e che ho coltivato. Le persone che mi mancano quando non sono con me, quelle con cui sto bene e che mi fanno star bene, quelle che ci sono sempre e non solo quando hanno bisogno, quelle che non vorrei mai perdere e che farò in modo che non se ne vadano, lasciandoli allontanare nell’indifferenza. E mi porterò dietro anche le persone nuove, quelle che si sono insinuate nella mia vita facendomi entrare nella loro, attraverso un pertugio carezzevole che si dilata lentamente scoprendo lati umani straordinari. E magari tutto questo mi farà capire che quello che ho perso non meritava sorte migliore. Se l’anno che mi aspetta fosse veramente così come lo vorrei, con un cielo terso e sereno, e se il sole splendesse riscaldando anche gli angoli ombrosi, e se la luna rischiarasse anche le notti più buie... Ma so che ineluttabilmente un’eclissi, a volte, coprirà con un velo d’ombra i miei momenti più fragili...

giovedì, dicembre 28, 2006

Invidia maschile

SMS di Diamanterosa: "Nemmeno vedere il tuo nome su Elle ti fa uscire dal silenzio stampa?!"
Coooooooosa???
Distruzione rapida pellicola di cellophan da Elle appena arrivato in ufficio e depositato distrattamente sulla scrivania. Intercettazione fulminea oggetto in questione. Composizione numero Diamanterosa.
Io: "Ma perché è un uomo! Ma che cazzo vuole? Mica l'ho scritto a lui, era un'e-mail mandata en passant all'autrice. E chi gli ha detto di pubblicarlo, poi. Mozzarella??? Sarà lui una mozzarella! Questa è pura invidia maschile."
Ecco! E adesso tutti quelli che pensavano leggessi THE FINANCIAL TIMES, sanno che leggo ELLE.
Comunque, il signor Gallavotti sappia che "quello" non è rossiccio. E nelle scene di nudo (che non ci sono state) non mi risulta affatto che abbia la seconda di seno, altrimenti bisognerebbe dare la colpa al windsurf. Forse che il gioco degli scacchi, di cui l'esimio direttore è assiduo, assicura un fisico migliore? E tanto per chiarire, "quello" è Nick Fallin, avvocato di Pittsburg, l'uomo più elegante dell'iperspazio televisivo.

(L'antefatto: due righe indirizzate all'autrice di un divertente servizio redazionale sono diventate il capro espiatorio perché un uomo potesse rivelare la naturale propensione maschile all'invidia, per altro da sempre caratteristica atrribuita alla donna.)




mercoledì, dicembre 27, 2006

Sciopero della fame? ma proprio a Natale?

Baghdad, 27 dic. (Apcom) - "Salirò al patibolo come un martire": in una lettera all'agenzia France Presse Saddam Hussein ha dichiarato di essere pronto ad affrontare il destino riservatogli dal tribunale che lo ha condannato a morte. "Mi sacrifico. Se Dio lo vuole, ordinerà di collocarmi tra i martiri e gli uomini veri", ha detto l'ex rais nella lettera, indirizzata al popolo iracheno.

Cara Michela,
ti chiedo innanzitutto scusa per l'oggetto di questo messaggio, se ti dovesse giungere come indiscreto, enfatico, indebito, improprio. Ma uscivo appena dalla lunga lotta, e dialogo, e concepimento di vita possibile per tutti, vissuto con e per Piergiorgio. La probabilità di un'esecuzione immediata, e, comunque, la condanna a morte di Saddam Hussein mi ha fatto meglio risentire, oltre che comprendere, quanto il nostro Satyagraha Mondiale per la Pace dovrà essere effettivamente iniziato, e quanto il "realismo politico" per cui si vuole ad ogni costo assassinare l'assassino Saddam sia di demenziale, criminale stupidità.
Inizio questa sera a dar corpo alla sete e alla fame del mondo diverso che vogliamo con molta fiducia, gioia e...sì, amore.


Caro Marco,
non me ne volere se per questa volta non mi sento di condividere il tuo profondo dolore per questo fratello che l'immaginario collettivo vede già vestito del cappotto di legno. E non è perché nel cesto di Natale c'era un vaso di cetrioloni giganti e avanza anche uno zampone che pensavo di far bollire proprio stasera, ché anzi, dopo queste feste un po' di digiuno farebbe bene anche a me. E' perché sinceramente non mi sento particolarmente sensibilizzata dal fatto che l'umanità possa perdere questa amabile creatura o, come lui stesso si definisce, "martire" e "uomo vero". Certo, la pena di morte è cosa atroce, barbara, disumana. Ma converrai con me che, mentre donne come Amina e Saphia rischiavano di essere lapidate sotto gli occhi del mondo intero, probabilmente anche tu addentavi imperturbato un bel cosciotto senza minimamente scomporti a digiunare per loro. E pensare che quelle poverette non avevano ammazzato nessuno. Ora non ti offendere se non ti sembro particolarmente affranta dal dolore quando questo sedicente martire avrà un capio al collo, e pure se non partecipo con te alla fame, visto che uno zampone è sempre uno zampone. Ma vedi, il governo italiano ti paga per lavorare per noi, non per gli altri, specialmente se questi altri qualche anno fa non avrebbero esitato a scaricarci addosso una mitragliata di scub. E considerato che la questione dei pacs - cosa che, come sai, mi sta molto a cuore - è ancora una piaga aperta, preferirei se ti mantenessi in salute , magiassi regolarmente e ti presentassi al più presto in aula per apportare il tuo personale contributo al dibattito. Quindi, lascia perdere il tuo amico Saddam che non è il re del Marocco e non t'inviterà mai sul suo yacht come D'Alema: dammi retta, mangiati il tuo cotechino ed esprimi la filantropia in modo più costruttivo.

venerdì, dicembre 22, 2006

Wishes

Grazie, George... la classe non è acqua (e nemmeno Martini). Auguri anche a te!

mercoledì, dicembre 20, 2006

Evolution

Chi l'avrebbe mai detto che per il piccolo Amichevole Spiderman di quartiere il Natale sarebbe stato un periodo di profondo stress psico-fisico? Ma non può essere, il Natale porta pace e serenità ai bambini... Eppure, l'Amichevole mi manda a dire che ci sarebbe una piccola variazione di programma per sabato: è meglio andare prima da Toys a scegliere il suo regalo, e poi al concerto, perché se dovessimo arrivare tardi si rischierebbe l'esaurimento scorte. E comunque il nostro preventivo di spesa si aggira a euro 4,90 per il regalo piccolo, a cui si aggiunge uno leggermente più impegnativo per un totale di euro 16, 90 e non euro 49,00 come da precedente prospetto. Rimango sbigottita nell'apprendere che questo genere di pianificazioni le ha organizzate un po' con tutti i parenti, facendosi accompagnare di volta in volta nel famigerato Tempio del Giocattolo, paradiso di perdizione per i bambini di tutta la provincia. Chiaro: svelato l'arcano mistero sull'esistenza di Babbo Natale, meglio razionalizzare personalmente la scelta dei doni. Ma non appena riesco ad assorbire la sorpresa di questa emancipazione inaspettata, ecco che scopro un'altra "chicca" del personaggio. Pare che il piccolo Padoa Schioppa, nel tentativo di tutelare l'economia del proprio parco giochi, abbia un'agenda in cui segna gli acquisti, date di apertura dei pacchi, varie ed eventuali, e che ogni sera apporti con zelo le dovute variazioni di programma. Probabilmente neanche il nostro esimio Ministro ci mette così tanta passione nel redigere la finanziaria... Che sia questione di nome? che i Tommaso nascano già con un potenziale futuro nel ramo di Affari&Finanze? Fortuna allora che non si chiama Arsenio, altrimenti i regali se li sarebbe procurati in modo ben più preoccupante...

Da "Dialoghi con l'Amichevole Spiderman di quartiere"

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Il colore della vita

Una delle condanne più atroci per chi ama scrivere è non avere parole per esprimere un’emozione intensa, pur scagionato dalla constatazione che nemmeno chi avrebbe i mezzi per farlo è stato in grado di scrivere quello che avresti voluto leggere. Vedo passi ricercati, rubati alla natura imitando le movenze dei rettili, membra alternare gesti sinuosi e scatti fulminei. Vedo disegnare figure geometriche, scomporle e ricomporne altre. Vedo corpi di gomma ceduti al servizio della coreografia, strumenti di un linguaggio muto e in ogni loro nervo, una parola. Vedo nelle spalle ricurve la remissione agli anni di fatica. Nel collo dei piedi, il sacrificio. Vedo nei visi diafani coperti di cipria, nei grandi occhi neri di rimmel e nel sorriso imperturbato la passione di una vita, e mi chiedo cosa sarebbe l'uomo senza l'arte...

"The Cage" , coreografia di Jerome Robbins

mercoledì, dicembre 13, 2006

You are the champion!

"... E allora mise il cuore dentro le scarpe e corse più veloce del vento...". E’ stato un attimo. Hai oltrepassato la linea dei tre punti, palleggiando da una mano all’altra come se quella manciata di secondi fossero la tua imperdibile occasione per dimostrare tutto quello che avevi imparato. Senza esitazione hai continuato mirando al canestro, imperterrito e stranamente solo: dov’erano gli altri?! I tuoi compagni di squadra esitavano perplessi: forse erano loro ad aver capito male... Gli altri, un tantino più avveduti, lasciavano fare. E tu, piegandoti sulle tue esili gambe che ne servivano almeno altre quattro per riempire la divisa, fiero e risoluto ("...un giocatore lo vedi dal coraggio...") hai mirato al tabellone, e con un tiro piazzato l’hai messo in rete. Momenti di silenzio. I verdi esultano, i gialli realizzano di aver capito bene: il canestro era quello sbagliato. Ti volti verso le gradinate con il più bel sorriso della storia e tutti gli applausi sono per te. Non importa se l’altra squadra ha due punti in più, "...non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore": è la tua prima partita, il tuo primo canestro e te lo ricorderai per tutta la vita. Quando hai intuito che qualcosa non andava, un lampo di sconforto ha attraversato il tuo sguardo, e noi, con un groppo in gola, abbiamo pensato a quello che poteva passarti per la mente in quel momento. Temevamo che avresti messo il broncio e chiuso la testa fra i pugni come sei solito fare quando vuoi a tutti i costi aver ragione. Ma dopo un attimo di imbarazzo, ci hai regalato di nuovo quel tuo impagabile sorriso e ti sei rimesso in pista. Allora abbiamo capito che la paura era solo nostra, noi adulti spesso incapaci di reagire con tanto coraggio alle piccole battaglie perse, superare il nostro stupido orgoglio e rialzarci sorridendo. Hai dato a tutti una grande lezione di vita: non si gioca per vincere e nemmeno per partecipare, come dice l'assurda massima consolatoria. SI GIOCA PER DIVERTIRSI, e queste sono state le tue parole più belle. Arriveranno anche le vittorie, ma ci saranno altre partite perse, altri tiri sbagliati: però tu hai già vinto ieri, conquistando la coppa più importante che il gioco possa mettere in palio, NOSTRO PICCOLO GRANDE CAMPIONE!

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lunedì, dicembre 11, 2006

Editoria

L'Amichevole Spiderman di quartiere pensa al futuro.

"A proposito, ma tu che lavoro fai?"
"Addetta stampa."
"Cosa vuol dire?"
"E' complicato da spiegare, è nel settore giornalistico."
Gli occhi s'illuminano, sorriso a trentadue denti (molti dei quali ancora in arrivo), contorno labbra al gelato: "Uhhh! Allora dovresti farmi un piacere..."
"Dimmi."
"Visto che VENDI GIORNALI, io avrei una cosa da mettere in vendita."
"Cioé?"
"Un fumetto che sto scrivendo."
"E a quanto pensi di venderlo?"
"Un fumetto di 100 pagine a me costa due euro e cinquanta, quindi a due euro e cinquanta circa."
"Bene. Puoi portarmi le copie e io ci penso a venderle. Quante ne hai stampate?"
"Non so quante ne farò. Una comunque la devo tenere per me."
"Certamente. Bisogna sempre tenere la copia madre."
"Quella da cui poi si fanno le altre?"
"Sì, l'originale."
"Ma allora è la COPPIA MADRE E PADRE!"


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venerdì, dicembre 08, 2006

Straordinari

Quando sei costretto ad andare in ufficio durante un giorno di festa e gli straordinari non ti vengono pagati in quanto il tuo tipo di lavoro non prevede straordinari, sei più propenso a lasciarti andare a giochini scarica-nervi del tipo Montecitorio Invaders.

Dubbi cinici

Quando qualcuno mi chiede il perché non mi decida ancora a fare figli, nel periodo pre-natalizio ha diritto a una risposta personalizzata e confezionata apposta per l'occasione. Capita frequentemente infatti che alcune delle mie amiche del White Christmas Club mi minaccino facendomi notare che, nel caso un giorno avessi dei bambini, sarei costretta a fare l'albero di Natale e, pure conoscendo la mia avversità per la festa, continuano a sperare che un giorno potrei anche convertirmi all'arte dell'addobbo. Se i primi rimangono tramortiti da tanto cinismo rispolverato appositamente per premiare la stupidità di certe domande, le seconde mi odiano ogni volta che si sentono chiedere a quale età un bambino comincia a realizzare che l'albero di Natale è un albero di Natale, ovvero per quanto tempo potrei continuare a farla franca...

La classe operaia prende il cappuccino

Il venerdì, il giorno più bello della settimana nonché l'unico in cui arrivo in ufficio in anticipo e per altro di ottimo umore, mi concedo la colazione al bar. Una volta lo facevo più spesso ma da quando il Cavaliere ha investito i suoi vassalli dell'incarico di "Imprenditore della Repubblica", io, semplice dipendente e per altro di sinistra, mi sento schiacciata dalle feroci discussioni di un affiatato simposio che ogni mattina si riunisce in panificio. Una volta Nerina, tra una placca di brioches da sfornare e la schiuma di un macchiato, parlava del tempo. Adesso è diventata esperta di economia. Le manovre del nuovo Governo non la convincono, la Finanziaria è fallita ancora prima di essere approvata. E lei, che è Imprenditrice della Repubblica, per queste cose ha naso. Una volta, quand' era semplice panettiera (pur con qualifica di pasticcera), potevi anche abbindolarla. Ma adesso che il Cavaliere l'ha elevata a rango di Imprenditrice, negli affari non la frega più nessuno, neanche quel dilettante di Padoa Schioppa.
In quei pochi metri quadri si consuma una scena di vera lotta di classe. I membri del simposio - per lo più pensionati e altri Imprenditori - mi osservano, ma io continuo a leggere il giornale evitando di incrociare i loro sguardi. Sospettano che possa essere una dissidente. Oddio - penso - se sapessero che io questo Governo l'ho anche votato... E che ho mentito spudoratamente quando all'ordine del giorno c'era il discorso sui pacs... Forse se ne sono accorti, non ho la fede al dito, li ho imbrogliati. E poi prendo la brasiliana, che è più proletaria del croissant...
Guardo quel cappuccino che mi sono guadagnata perché oggi è venerdì, e mentre affondo i denti nel biscotto di pasta frolla, penso che fra qualche ora inizia il week end e se gli Imprenditori devono continuare a vegliare sulla loro produzione, invece la classe operaia può pure timbrare il cartellino e abbandonarsi all'incosciente menefreghismo del dolce far niente. Penseranno al nostro futuro gli Imprenditori, quelli unti dal Cavaliere, i salvatori dell'economia nazionale. E io, che non pensavo ci fosse tutto questo impegno sociale dietro il cappuccino di Nerina (chissà se me lo merito davvero poi), pago e infilo il cappotto, che secondo il copione dovrebbe essere un eschimo ma non lo è.

Carramba che sorpresa!

Materazzi alla prima della Scala! Uaaa uaaaa uaaa!!!!! Ahhhhhahhh! ahhhhh ahhh ah!!! Oddio, non che Valeria Marini c'entrasse più di lui, anche se è noto che la sera di Sant'Ambrogio il parterre scaligero è soltanto una sfilata di cosiddetti vip che mai più rivedrai a un concerto sinfonico o a un'opera. E se il furbo Muti, per non avere intrusi in prima fila, usava come deterrente sconosciuti polpettoni del repertorio lirico (ai tempi perfino la Melandri, allora Ministro della Cultura, aveva glissato l'invito), il buon Chailly ha pensato bene di tendere la mano ai "che-pizza-ma-mi-tocca" con qualcosa di orecchiabile per tutti. Insomma, offrire loro l'occasione di apparire sulle pagine di "Chi" in smocking o abito lungo, in contesti semi-culturali anziché nella solita discoteca di Porto Cervo.
Ma poi, perché tutta questa ironia gratuita? Che c'è? Un calciatore non può essere appassionato di lirica? Magari Materazzi ha sentito inneggiare "Gloria a Egitto e a Iside" dagli spalti dello stadio e si è comprato l'integrale di Verdi.
La tua cattiveria non ha limiti, sei solo invidiosa perché tu ieri sera non c'eri e lui sì.
Va bene, va bene: Materazzi è un cultore di musica classica e appena il mister glielo permette, lascia il campo e raggiunge il primo teatro in cui trova un'orchestra sinfonica in atto.
Posso dire solo una cosa? Mi sembrava che ieri si stesse guardando intorno.... Non è che per caso cercava gli striscioni?

lunedì, dicembre 04, 2006

Quando un uomo

Quando un uomo sa che la sua donna ha un grande desiderio e che questo desiderio pesa più o meno un paio di chili, ha il pelo morbido color miele e nessuna etichetta del tipo "Annabella pelliccerie", quale soddisfazione più grande potrebbe avere, se non quella di vedere la gioia nei suoi occhi quando sotto l'albero di Natale trova questo adorabile peluche? Perché quella donna, che pur odia il Natale, per l'occasione potrebbe anche pensare di addobbare un abete, o anche la kenzia o il ficus...

Quando un uomo, parte seconda: incomprensioni

Ecco il mio nuovo mouse pad.


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