patio andaluz

Nome:
Località: Italy

Odio le persone apatiche. Di conseguenza amo quelle passionali

mercoledì, gennaio 31, 2007

Se

Se una persona di umorismo grossolano e con una spiccata predisposizione al demenziale individua magicamente i meccanismi di you-tube, qual è la prima cosa che va cercare?

lunedì, gennaio 29, 2007

Come ti massacro Tenco

"Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada?"
Trasformare l'inno nazionale russo nella sigla delle olimpiadi invernali è stato una furbata. Scimmiottare qualcosa come venti fra le più belle canzoni degli anni Sessanta, un'audacia.
Ma polverizzare Lontano lontano come se stessi cantando "...passerotto non andare via" è un delitto. Distruggi pure Cinque minuti e poi, che Maurizio era già sufficientemente melodrammatico. Ma lascia stare Tenco, per favore.

martedì, gennaio 23, 2007

Buon compleanno Laura!

Non tutti conoscono la fortuna di avere un’amica squinternata. Non dico quella che a cinquant’anni pretende di trascinarti in un avventuroso viaggio zaino in spalla per risvegliare in te quell’adolescenza assopita a cui lei non vuole rinunciare, o che ti sveglia nel cuore della notte per raccontarti la fine del suo ultimo amore, o che ti si presenta in calze a rete e minigonna inguinale per invitarti a fare quattro salti in discoteca con altre sfigate del suo stesso stampo che hanno dichiarato guerra alla tranquillità famigliare. Quella è una calamità. L’amica squinternata all’apparenza è normale, una persona al di sopra di ogni sospetto. Nella fattispecie la mia è anche una bella donna, vestita all’ultima moda ma senza stravaganze: una tipa Burberry’s e Wool Rich (prima che glielo rubassero nei bagni del centro commerciale). E’ colta, simpatica e sufficientemente appagata dalle numerose esperienze di viaggio realmente on the road. Ogni tanto ti dimenticheresti di certi suoi particolari bizzarri, se non fosse per il fatto che ogni volta che pensi a qualcosa di impronunciabile, con lei sai di andare sul sicuro: “Questa umidità mi fa innervosire, mi sembra di avere i capelli cotonati. Non ridere, ma avevo pensato di comprarmi una parrucca...”. E lei, a cui invece con l’umidità i capelli si appiattiscono, l’ha già fatto. “Sono andata al mercato di Prato della Valle e ne ho trovata una tipo Farah Fawcett per quindici euro...”
Poi pensi che non dovresti stupirti di una che ai tempi in cui eravate colleghe aveva una Fiat Uno che rimaneva accesa anche se toglievi le chiavi, e si presentava in ufficio con una sciarpetta di licheni o zeppe da far invidia ai Cugini di Campagna, e che ha convocato l’unica conferenza stampa della storia senza giornalisti, e che affidava la soluzione del suo futuro sentimentale al Mago Leone di Treviso o alla Fagiolaria che faceva predizioni guardando i fagioli. Una che in viaggio di lavoro ha cercato sbarazzarsi del proprio titolare seminandolo per le strade di New York, e che si è opposta al super-controllo degli aeroporti americani rifiutandosi di togliere le scarpe e destando il vago sospetto che nascondesse coca nelle suole. Ma è anche una donna molto coraggiosa, se pensi che ha ripreso un aereo dopo essersi trovata con un’ala in fiamme durante un atterraggio in Perù...
E comunque quello che c’è di eccezionale è che con un’amica così non ti annoi mai. E’ assolutamente imprevedibile e comica, come quella volta che ha telefonato al suo amico ed ex fidanzato poliziotto durante una mission impossible a Napoli per chiedergli di portarle le sfogliatelle. E si è anche incazzata perché il poveretto si è dimenticato...
E’ un a fucina di idee, specie in fatto di vestiario e borse. Uno shopping-tour con lei inizia spesso con “Ho solo trenta euro sul conto”, ma se trova qualcosa di imperdibile puoi star sicuro che non lo lascia in negozio. Poi scopri che si è dissanguata su e-bay, ordinando oggetti che non sapeva arrivassero dalla Cina... A metà fra i personaggi di Goldie Hawn e Jennifer Aniston, potrebbe interpretare traquillamente la parte di Rachel in Friends senza nemmeno dover recitare troppo. E con questo mi riferisco anche ad altri particolari impubblicabili per questioni di privacy.
Ma perché tutto questo? Perché ieri ha compiuto gli anni, e siccome è di quelle che alla ricorrenza cadono in depressione pur avendo da poco superato i quaranta, questo è il mio personale tributo a una donna straordinaria che ho conosciuto in sordina quasi quindici anni fa e che è diventata una delle amicizie più preziose che abbia.

La Regina delle Gaffes

Che io abbia una certa predisposizione alle gaffes, quello è noto alle folle. Ma una gaffe, si sa, spesso è facilmente accomodabile. Quando invece non lo è affatto, viene propriamente definita figura di merda. Infine, se una vampata di calore salirà fino alla radice dei capelli verniciandoti il viso di porpora e otturandoti le orecchie fino allo stordimento, e un alone di sudore cambierà l’aspetto della tua camicia, quella volta avrai la certezza di aver fatto la madre delle figure di merda.
Un cena fra amici dove tutti si conoscono potrebbe sembrare un ambiente immune a queste situazioni. Ma quando qualcuno porta una persona nuova, specie se questa persona è inglese e tutti gli altri decidono all’unanimità che “tu stai vicino a Charles, così fai pratica”, allora le cose potrebbero complicarsi. Tipo se durante l’aperitivo racconti dei tuoi vari insegnanti madrelingua e di quando te ne è capitato uno americano e tu di punto in bianco non hai più capito una fava (“come se quello fosse inglese” erano state le parole esatte), e poi vi siete seduti a tavola e hai chiesto a Charles da quale parte dell’Inghilterra provenisse e lui ti ha risposto “Oh no, io non sono inglese. Io sono nato a New York!”. Ecco, quella è una gaffe.
Una figura di merda invece è quando l’amico americano parte in quinta con un discorso interminabile e siccome ti pare che tutti stiano attenti, tu pensi che potresti anche evitare di seguire magari approfittando per mangiare quello che c’è nel piatto, ma - colpo di scena - alla fine del discorso tutti gli altri si alzano per andare a fumare una sigaretta, e tu rimani lì con lui, che aspetta una risposta da te con sorriso impaziente, e allora tu che non hai seguito una sola frase dici “certamente”, ma lui aspetta ancora, perché non te ne sei accorta ma quella era una domanda.
Ma la madre delle figure di merda è quando dopo qualche giorno senti al telefono l’amico che ha invitato l’americano e gli dici che "Sì, sono state quattro ore di full immersion, ma che Charles è veramente molto simpatico", e lui ti risponde che "E' vero, è una persona molto semplice e dire che..." E prima che possa arrivare all'ultima parola, in un nano-secondo fai mente locale e pensi che in quattro ore di conversation in cui nessuno della tavolata si è spaccato a darti il cambio, avete perlustrato ogni angolo di argomentazione possibile e impossibile, dall’indifferenza degli americani verso la politica di Bush alla cucina libanese. E avete parlato anche di Israele, perché ad un certo punto qualcuno ha detto che il suo sogno sarebbe farci un viaggio. E tu avresti anche potuto dire semplicemente che sì, è senz’altro una bella esperienza, punto e basta. E invece no. Hai raccontato subito di quanto sia affascinante quella terra di contrasti ma che, cavolo, quegli ebrei si capisce anche perché nessuno li sopporta! E di quando sei entrata in quell’albergo invaso da una tribù yiddish che festeggiava lo sabbath e le luci si spegnevano da sole e il cibo era freddo perché nessuno lo poteva scaldare, e questa miriade di bambini orrendi con quelle treccine assurde vestiti come trogloditi che saltavano dappertutto. Non risparmiandoti nemmeno che questi integralisti non fanno altro che sfornare figli dalla mattina alla sera e pregare per tutti gli ebrei miliardari del mondo che li mantengono perché preghino per loro. E che pur essendo una percentuale minima in tutto lo Stato d’Israele sanno di rompere le balle, eccome! E infine completando il tutto con un'aneddotica degna di Paolo Limiti.
E al telefono, dopo quella frase agghiacciante, in un nano-secondo ripercorri mentalmente ogni passo della vostra conversazione, cercando di ricordarti l’espressione di Charles, sperando che magari non abbia capito un tubo del tuo personale slang e odiandoti per questo tuo non saper tener chiusa la bocca. Porca puttana.
Perché la fine della frase, dopo "è una persona molto semplice", era: “... e dire che è miliardario, e per di più un miliardario EBREO.

“Ora per fortuna non lo rivedrò mai più, vero?”. “Oh no! Lo rivedrai eccome, perché si ferma qua sei mesi!”. Perfetto. E adesso andrò a comprarmi il Manuale di bon-ton della contessa Teresina Bacci di Valmontone, così imparerò finalmente a capire quando è meglio contare fino a dieci, e all’occorrenza fino a cento, prima di sparare qualsiasi cosa transiti per il cranio.

mercoledì, gennaio 17, 2007

Non toccare Happy days!

Non ho mai avuto grande simpatia per Nanni Moretti, ma dopo che si è riferito a certi dirigenti di sinistra dicendo che "non ci si può aspettare molto da chi è cresciuto guardando "Happy days", si è immediatamente autocollocato nella lista dei peggiori personaggi di spettacolo (e non di cultura) che conosca. Dei dirigenti di sinistra ovviamente non m'importa una fava, ma disprezzare un cult è snob estremista, tipico di chi non sa più cosa inventare per dimostrarsi "anti".
Senti Nanni, anche io sono cresciuta guardando Fonzie alzare il pollice e credendo che un giorno avrei fatto la majorette per la squadra di baseball del mio fidanzato. Avevo sette anni quando "Happy days" è arrivato in Italia, e ancora oggi mi ricordo della Loggia del Leopardo o del polpettone di Marion. Probabilmente all'epoca tu non avevi nemmeno la televisione, perché guardare la televisione era già troppo conformista. Magari il pessimismo cosmico si era già impossessato della tua persona e cominciavi ad elaborare le prime teorie che ti avrebbero portato a produrre quelli che molti definiscono capolavori e che invece io considero delle emerite pizze, noiose e deprimenti. Ora, non pensare che non li abbia visti questi macigni soporiferi: ho visto tutto, compresa quell'ultima cagata senza senso. E sono anche venuta alla presentazione, a sentire te che non sei stato capace di dire niente di nuovo, che sembrava lanciassi messaggi in codice dall'iperuranio. Magari "Happy days" non sarà edificante, ma almeno non è un invito al suicidio come una qualsiasi delle tue creature. Ora, se c'è qualcosa di più trash di un telefilm degli Anni '50, quella è la misera figura che hai fatto producendo un brutto film al servizio di quei dirigenti politici che adesso disprezzi tanto. Forse perché loro stessi l'hanno snobbato? Permettimi di dirti che d'ora in avanti non spenderò più un centesimo per foraggiare la tua penosa collezione e che, anzi, il giorno in cui morirai, nel caso più impensabile decidessero di fare una retrospettiva su di te a reti unificate, io noleggerò MORK & MINDY. Nano nano.

lunedì, gennaio 15, 2007

Ma non avete mai osato chiedere...

Curioso "bouquet" lanciatomi da Diamanterosa, che a sua volta ha ricevuto da Perec, che a sua volta ha ricevuto da Cabiria, che a sua volta...bla bla bla... Dopo aver scoperto che una giovane Diamanterosa si stava perdendo sulla via di Damasco grazie una sufficiente dose di Mon Chérie, che normalmente legge i quotidiani al contrario come Mork, che mangia la frutta integrale con tanto di pesticidi e inquilini parassitari e altre chicche del suo inquietante passato, e che Perec era una specie di teppista e che ha marinato la scuola per un anno intero... ecco, allora anche io vado a liberare i miei scheletri dall'armadio. Quindi, prendo il "meme" al balzo e ammetto senza vergogna le cinque tremende verità che non tutti sanno di me...

1. Il mio Cicciobello si chiamava Diego perché ero innamorata di Don Diego de la Vega, cioé Zorro. In realtà il mio sogno era proprio di essere Zorro, ma a Carnevale solo mio fratello si poteva vestire da Zorro, mentre io dovevo mettermi quell'orrendo vestito da fatina con la bacchetta a forma di stella. Finché, ben oltre i trent'anni, mi sono presa la mia personale rivincita, e così qualche Carnevale fa...

2. Non so (e mi rifiuto di capire) come funziona la maggior parte degli oggetti tecnologici che usiamo quotidianamente, dall'auto al telefono, dalla televisione alla macchina fotografica. Del computer non ne parliamo. Quelli "oltre" sono pura fantascienza.

3. Non sopporto chi mangia male: se qualcuno mastica voracemente o "azzanna" dal piatto di portata, o parla con la bocca piena, o fa certi versi schioccando la lingua al palato o rumoreggia senza ritegno, sono capace di non sedermi più a tavola con lui onde evitare che possa cominciare a starmi irrimediabilmente antipatico.

4. Nei momenti di depressione o nervosismo vado a fare incetta di detersivi e ogni genere di utensile per la pulizia, poi mi chiudo in casa, metto un cd di Julio Iglesias e mi dò alle faccende più massacranti, dal pavimento ai vetri, finché non mi sono completamente scrollata di dosso tensioni o malinconia.

5. Sono mentalmente schiavizzata da un ordine maniacale dei colori.

Ed ora passo il testimone ad Angie e Ste, e lo passerei anche a qualcun'altro se conoscessi altri bloggers che non mi mandano a quel paese come potrebbe fare sicuramente Trentamarlboro...

venerdì, gennaio 12, 2007

La Triade del Terrore

In una mattina in cui il tuo stomaco irrimediabilmente sottosopra duella con i postumi di una notte insonne, niente è più terrificante che veder entrare nel tuo ufficio la
TRIADE DEL TERRORE
Elemento uno: Il rappresentante che ha appena bevuto il caffè e fumato una sigaretta senza aver avuto la geniale idea di mettersi in bocca un vigorsol inonda la stanza in cui tu trascorrerai tutta la giornata di un allucinante profumo che la sua compagna gli ha regalato come deterrente per qualsiasi altro tipo di donna senza problemi di sinusite.
Elemento due: La signora di mezza età che ritiene ancora che i profumi della cucina "sappiano di buono" come il bucato, e visto che passava per caso di lì, entra per chiedere informazioni, ma fatalità aveva appena finito di friggere le polpette il cui amabile aroma è rimasto intrappolato nel suo cappotto.
Elemento tre: Il ragazzo dell’UPS che ti consegna un pacco ma ne ha dovuti scaricare altri venti prima del tuo e le sue ascelle purtroppo hanno ceduto alle leggi della chimica senza valutare l’ipotesi che nel reparto deodoranti di qualsiasi supermercato esiste una gamma infinita di soluzioni preventive.

Ora, se qualcuno pensa che in commercio esistano spray appositi per risolvere questo tipo di problema, lo sfido a trovarmene uno per quando entrano in successione l’Elemento uno, due e tre.

giovedì, gennaio 11, 2007

Accidia non è peccato

Chi è che l’ha ascritto alla lista dei sette peccati capitali non può essere altro che un fanatico iperattivo, un frustrato, un ipocrita, uno che non sa stare semplicemente con sé stesso ma ha bisogno di un’occupazione assidua, ininterrotta, perlopiù proveniente dall’esterno in modo da conferirgli una sufficiente dose di vittimismo e concedergli la licenza di scaricarsi sugli altri, ma soprattutto - detta in maniera vagamente pascaliana – per distrarsi dal pensiero della propria miseria. Questo è un peccato, ma non l’accidia. Un peccato recentemente acquisito dall’umanità e sempre più diffuso in particolar modo presso alcune categorie sociali (perché è di comuni lavoratori che si parla, non di carrieristi in ascesa). Ritenendomi modestamente esente, non mi vergogno affatto ad ammettere che questo cielo color pantegana mi ispira una voglia incontenibile di lasciare l’ufficio e ritornare a casa non prima di essere passata al supermercato a rifornirmi del cibo più nocivo della terra, chiudere la porta, spegnere il telefono e anche le luci – non sia mai che a qualcuno venga la balorda idea di passare a farmi un saluto – e infine sprofondare sul divano. Un libro sarebbe l’unica attenuante nel caso sopraggiungessero sensi di colpa. Ma che dico un libro? Una rivista è più che sufficiente. Bella musica, il té con i biscotti e adiós amigos. Cosa può desiderare di più dalla vita una trentaseienne piena di vitalità? Che questa atmosfera da domenica invernale possa conciliare il sonno più profondo e rigenerante della settimana, ottimo deterrente per una facile propensione all’irritabilità e alle rughe.
Tutto questo, naturalmente, rimane fra i miei desideri finché non avrò vinto una cifra sufficientemente considerevole da permettermi il lusso di lavorare quando mi pare e piace. Al momento, poiché così non stanno le cose, mi accontento di selezionare alcuni dettagli, nella fattispecie il divano in cui sprofondare e qualcosa di insano da mangiare. Musica, lettura e té verranno tristemente sostituiti dal tiggì della sera, e il sonno profondo coaudiuvato da una camomilla Bonomelli.
Ora, pur essendo un lusso a metà, ma pur sempre un lusso che ogni donna mentalmente sana considera necessario di tanto in tanto per recuperare sé stessa, l’accidia è da molte altre donne considerata un peccato. Ebbene, ci sarà sempre la Beata Stakanovista di turno che ti telefona alle sette di sera mentre tu stai ancora decidendo se lavare la verdura è più faticoso che farcire una pizza precotta, e attaccherà con la solita solfa che è lei sempre più stressata, e fortunata io che sono a casa da BEN UN’ORA, e poi deve anche stirare e non ha nemmeno il tempo per leggere un libro COME ME, e bla bla bla... E mentre la rompiballe continua a martoriarti di lagne, tu pensi sempre al dilemma pizza-verdura, e che tutto sommato potresti rapidamente porre fine alla noiosa conversazione ricordandole che ha appena goduto delle ferie, quelle che tu non vedi da secoli. Potresti anche farle presente che non resti a casa ogni volta che ti fa male il dito mignolo e che per fare un prelievo non ti prendi tutta la giornata. Ma decidi che in fondo è giusto che le cose vadano così. Lascia pure che ti dica “beata te che puoi leggerti un libro in pace e andare a teatro, io non ho neanche il tempo di andare dalla parrucchiera”, tanto sai bene che certi tipi di donne ci sguazzano nello sbandierare il loro famigerato stress: è un buon motivo per non ammettere che un libro comunque non lo leggerebbero mai, e se avessero quel tempo che in realtà hanno, sicuramente invece di andare a teatro andrebbero dritte dritte a farsi la messa in piega. Ragion per cui ritengo che l’accidia non sia un peccato, bensì una delle migliori occasioni per salvare lo spirito da una delle più pericolose trappole psicologiche del terzo millennio.

venerdì, gennaio 05, 2007

Audacia

"Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,chi non cambia la marca, chi non rischia..."

... e in un momento di follia ho detto "No! Quest'anno niente Moleskine". La superstizione è figlia dell'ignoranza, penso. Sì, ma la scaramanzia è parente stretta? Magari esco da questo negozio e vengo investita da un'auto. La commessa che sa, visto che da anni mi procura la Moleskine pur non essendo rivenditore, con sguardo compiaciuto accompagna la mia ricerca fra gli scaffali. "Questa è carina, ma è rossa. Non ce ne sarebbe una nera? Almeno assomiglia a una Moleskine". E subito premia la mia arditezza con quattro euro di sconto. Ecco, questa è già una prova che non può portare sfiga. E pazienza se rompo una tradizione che va avanti da anni, e pazienza se non è coordinata con la rubrica Moleskine, il portabiglietti Moleskine, il quadernetto Moleskine. Abbiamo detto "anno nuovo, vita nuova", no? Questa mossa azzardata sarà l'inizio di una serie di rotture epocali. Potrei anche cominciare a scrivere con la penna blu. Anzi, mi compro una penna violetto! E adesso, se fossi coerente, non dovrei incazzarmi quando in bagno vedo fuori dall'armadietto uno shampoo che non è verde come le piastrelle. E quando sul tavolo del salotto la prima rivista della pila non è "AD" ma un'altra con la copertina dalla grafica inguardabile. E quando trovo una bottiglia di rhum nell'armadio delle grappe, e quando tutto questo mio assurdo ordine maniacale viene sconvolto da una seppur impercettibile variazione. Il mio pensiero va diretto a mio nipote di otto anni che mi confida di avere una seconda personalità che lo affligge imponendogli di fare gesti scaramantici, e poi ritorna alla zia audace, che dall'alto dei suoi trentasei anni guarda con indulgenza a queste piccole ossessioni infantili come fossero una cosa sorpassata da secoli, mentre infila in borsa la sua non-Moleskine e per la prima volta attraversa sulle strisce pedonali...

mercoledì, gennaio 03, 2007

E chi se ne frega

Oroscopo 1:
I nati sotto il segno dei Gemelli per l'anno 2007 vedranno un passaggio di Saturno in leone che vi donerà tanta positività a voi e chi vi circonda. Nel primo periodo dell'anno l'amore nei Gemelli prevede forti attrazioni verso il proprio partner ma attenzione perchè da Marzo fino a fine estate potrebbero rivelarsi delle sorprese... Consigliamo quindi di avere le idee ben chiare sui nostri sentimenti per non cadere in tentazioni... Grazie al passaggio di Giove per fine anno si prevede un ottimo periodo lavorativo affiancato sempre da un ottimo rapporto di stabilità con la partner. Consigliamo il periodo tra Marzo e Aprile per effettuare i vostri acquisti e siamo lieti di annunciarvi che l'anno 2007 vi donerà grandi rivincite sul passato.

Oroscopo 2:
L'anno sarà osteggiato dal transito dispettoso di Giove, all'opposizione sino a Dicembre, che potrebbe indurvi ad atteggiamenti sbagliati. I più superficiali dilateranno la sicurezza di sé, osando oltre i limiti della prudenza. Per farsi "belli" faranno promesse impossibili, o racconteranno troppo dei loro progetti. Altri cederanno ad un fatalistico pessimismo, concludendo: "è inutile che provi, tanto sono sfortunato...!". La verità, naturalmente, avrà tinte più sfumate, perché, almeno fino al 3 di Settembre, conterete sulla solidità, che Saturno continuerà a donarvi. La vita di coppia subirà alcuni scossoni, tra Aprile e Maggio e durante l'ultimo trimestre dell'anno. Resisteranno i rapporti basati sulla reciproca stima e non solo sulla vanesia attrattiva dei sensi. Il lavoro e le finanze viaggeranno in linea con i vostri stati d'animo altalenanti, tra ragionevolezza ed entusiasmi, ma non potrete lamentarvi!


E allora??? chi ha ragione? CIARLATANI! Quest'anno sembra che per i Gemelli non butti poi così bene. Ragion per cui ho deciso di disinteressarmi agli oroscopi, a oroscopi di ogni tipo. Compreso quello di Linda Wolf, per il quale ho sviluppato una quasi dipendenza. Accetterò la teoria secondo cui ci sarebbero due costellazioni in più entrate nel sistema, a cui però non è corrisposto un relativo aumento dei segni zodiacali. Il che significa che i calcoli sono tutti sbagliati e che ogni previsione è una bufala.
Ah, Branco, senti: se credi di terrorizzare la gente con le tue sparate, ti sbagli di grosso. Non ti ho nemmeno mai preso in considerazione.


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