
Si rientra. Una settimana di ferie non è molto, lo so. Ma può bastare quando il cellulare è spento e accendi il computer solo per vedere le previsioni del tempo ignorando completamente la posta. Quando dei quotidiani leggi solo l'inserto meno impegnativo, e dei tiggì è già tanto se ascolti i titoli di testa. Una settimana tete-à-tete con il piccolo ometto buffo, tanto per avere cognizione di quanto può essere impegnativo per le nonne che se lo curano dalla mattina alla sera. Infatti: andare al lavoro, a confronto, è rilassante.
Però ieri sera mi è venuto un groppo di malinconia. Pensavo al telefono che suona, alla gente che non vede l'ora che rientri per raccontarti le
novità di cui a te non può fregar di meno, la collega che non aspetta nemmeno un minuto per sottolineare quanto sia stata
massacrante per loro questa settimana, forse la peggiore di tutto l'anno, ma che per fortuna
sono riusciti a tamponare. Pensavo a frasi odiose come
ci aiuti con i recall?, e
dobbiamo fare il punto della situazione. E poi, alla peggiore in assoluto:
ci aspetta un inverno di fuoco. Ma quale cacchio di inverno? deve ancora finire l'estate, arrivare l'autunno e pensate già all'inverno??? e magari cominciate a fare anche l'albero di Natale. Nossignori, io ho ancora lo sdraio in terrazza e le infradito ai piedi, e non cederò tanto facilmente al primo fresco di settembre. E la mia voglia di impegnarmi seriamente sul lavoro è direttamente proporzionale al desiderio della neve.
Alla fine ho capito che questa
sindrome da rientro che sicuramente si protrarrà fino ad ottobre inoltrato è un chiaro sintomo della mia vocazione al mestiere della casalinga. Stavo bene con il piccolo ometto buffo a far giri in biciletta a chiamare i
bubù, e la sua massa di rotoli mi pesava meno che rispondere al cellulare. Sapevo di non essere ambiziosa, almeno sul lavoro; ma non sapevo quanto un giorno avrei preferito fare quello che un tempo mi avrebbe fatto inorridire: la famigerata
femme au foyer. E se fossi una
femme au foyer ricca, non esiterei un solo istante. Ma siccome più che una
Upper East Side housewife, sarei la casalinga di Voghera, non mi resta altro che impegnarmi a salvaguardare le
mezze stagioni che chissà per che non devono più esistere. E se voi abitanti di questo sputo di pseudocittà in cui poggio piede ogni mattina, state già pensando mangiare l'orzotto di fagioli, i funghi e le castagne, io stasera mi sparo un bel gelato così come si fa d'estate, che finisce - udite udite - il 21 settembre, ventun settembre.
(Già. Un misto di fastidi in vortice. Ma passa. Bisognerebbe sempre rientrare dalle ferie a metà settimana. Dopodomani è già venerdì)