Avanti Savoia!
Un vero lord. Degno del nome di cotanta casata, su questo non ci piove. E non è ironico: basti pensare al di lui padre, ultimo re d’Italia, e al suo complice atteggiamento di fronte all’ascesa del fascismo, l’assenso alle leggi razziali, la fuga da un Paese svenduto ai nazi-fascisti...
Ma l’Italia è uno Stato civile e non si rassegna alla lezione dell’Antico Testamento secondo cui le colpe dei padri debbano ineluttabilmente cadere sui figli: così cede alle suppliche di un sedicente principe che invoca agli occhi suoi misericordiosi "la speranza di essere presto in grado, grazie alla comprensione dei parlamentari tutti, di tornare da cittadini italiani nella nostra amata patria". Ci si chiedeva per quale motivo quest’uomo, che tutto sommato se la stava passando egregiamente fra Svizzera, Messico e Portogallo (mica la Siberia), volesse a tutti i costi tornare in Italia. Ora lo sappiamo. Solo da noi ci si può macchiare d’infamia e continuare ad essere chiamato principe. O anche senatore a vita, quasi presidente del Senato. In una nazione dove due truffatrici diventano star televisive e una presunta infanticida è assunta come baby-sitter, è lecito che il figlio di un re in esilio si permetta di violare l’espressione di un referendum popolare e avanzi la pretesa di rientrare nel Paese che la sua famiglia ha mandato a ramengo, per di più con il titolo di principe. Ma se l’Italiano povero allocco non se la sentiva di dar retta alle Sacre Scritture, avrebbe potuto per lo meno affidarsi alla letteratura. Emile Zola aveva ragione di credere che le tare umane fossero ereditarie, così come l’alcolismo, anche la propensione alla truffa.
“Corruzione e falso. Inchiesta su truffe, videogiochi e prostituzione. Arrestato sul lago di Lecco. Poi trasferito a Sud”. Questo si legge. Sembra che Vittorio Emanuele fosse coinvolto in un vero e proprio mercato dei nullaosta per i videogiochi e in un giro che reclutava ragazze da offrire ai clienti del casinò di Campione d'Italia. Inoltre “Il figlio dell’ultimo Re d’Italia ha passato una notte agitata in carcere: nello scendere dal letto a castello è caduto, ma senza gravi conseguenze”. Che l’ex famiglia reale non fosse più consona ai castelli, già lo si doveva notare quando il rampollo, principe di Venezia, faceva la pubblicità ai sottaceti. Ma l’italiano è un po’ zuccone e spesso non gli basta una sola lezione. Chissà se fra qualche tempo, quando il figlio del re sarà globalmente bollato come avanzo di galera, ci sarà ancora qualcuno che continuerà a salutarlo come un glorioso Savoia. Temo di sì, temo che non riusciremo più a scrollarcelo di dosso. Il principe ha perfino promesso al suo psicologo che non tenterà il suicidio. Vediamo un po’... E se lo baciassimo? potrebbe ritornare un rospo?
Ma l’Italia è uno Stato civile e non si rassegna alla lezione dell’Antico Testamento secondo cui le colpe dei padri debbano ineluttabilmente cadere sui figli: così cede alle suppliche di un sedicente principe che invoca agli occhi suoi misericordiosi "la speranza di essere presto in grado, grazie alla comprensione dei parlamentari tutti, di tornare da cittadini italiani nella nostra amata patria". Ci si chiedeva per quale motivo quest’uomo, che tutto sommato se la stava passando egregiamente fra Svizzera, Messico e Portogallo (mica la Siberia), volesse a tutti i costi tornare in Italia. Ora lo sappiamo. Solo da noi ci si può macchiare d’infamia e continuare ad essere chiamato principe. O anche senatore a vita, quasi presidente del Senato. In una nazione dove due truffatrici diventano star televisive e una presunta infanticida è assunta come baby-sitter, è lecito che il figlio di un re in esilio si permetta di violare l’espressione di un referendum popolare e avanzi la pretesa di rientrare nel Paese che la sua famiglia ha mandato a ramengo, per di più con il titolo di principe. Ma se l’Italiano povero allocco non se la sentiva di dar retta alle Sacre Scritture, avrebbe potuto per lo meno affidarsi alla letteratura. Emile Zola aveva ragione di credere che le tare umane fossero ereditarie, così come l’alcolismo, anche la propensione alla truffa.
“Corruzione e falso. Inchiesta su truffe, videogiochi e prostituzione. Arrestato sul lago di Lecco. Poi trasferito a Sud”. Questo si legge. Sembra che Vittorio Emanuele fosse coinvolto in un vero e proprio mercato dei nullaosta per i videogiochi e in un giro che reclutava ragazze da offrire ai clienti del casinò di Campione d'Italia. Inoltre “Il figlio dell’ultimo Re d’Italia ha passato una notte agitata in carcere: nello scendere dal letto a castello è caduto, ma senza gravi conseguenze”. Che l’ex famiglia reale non fosse più consona ai castelli, già lo si doveva notare quando il rampollo, principe di Venezia, faceva la pubblicità ai sottaceti. Ma l’italiano è un po’ zuccone e spesso non gli basta una sola lezione. Chissà se fra qualche tempo, quando il figlio del re sarà globalmente bollato come avanzo di galera, ci sarà ancora qualcuno che continuerà a salutarlo come un glorioso Savoia. Temo di sì, temo che non riusciremo più a scrollarcelo di dosso. Il principe ha perfino promesso al suo psicologo che non tenterà il suicidio. Vediamo un po’... E se lo baciassimo? potrebbe ritornare un rospo?
6 Comments:
Intanto sua altezzosità, la prima notte in cella, è caduto giu dal letto... ops... ora ha chiamato a sè l'avvocata delle cause impossibili [non la nostra ;-)]... mah...
Viva la Repubblica
Baci :-)
La nostra avvocatessa non accetterebbe mai difendere un simile panzone..!
so' commossa, sono... ma parlavate di me, vero ;) ?
baci
Syl
anche sì.... Ti fischiavano le orecchie?!
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