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Odio le persone apatiche. Di conseguenza amo quelle passionali

mercoledì, agosto 02, 2006

Ottantadue euro e cinquanta

Settantacinque euro più i diritti di prevendita, per la precisione. Se fossi abbastanza ricca da poter fare beneficenza, piuttosto farei direttamente un bonifico all’Unione Italiana Ciechi. E se tutti la pensassero come me, il signor Boccelli Andrea potrebbe ritornare a cantare nelle balere.
Questo non è semplice astio verso di lui, che giustamente fa gli affari suoi. Anche se, a onor del vero, dicono sia veramente una primadonna, quello che in gergo si definisce una checca isterica o, più volgarmente, una pigna nel culo. Ce l’ho con l’ignoranza della gente, che non sa distinguere diamanti da vetro, che subisce passivamente tutto quello che impone la fabbrica del trash. In particolare al friulano "colto", che spende cifre vergognose per ascoltare un mediocre Nessun dorma, e non sa nemmeno che a pochi chilometri da casa sua vivono cantanti lirici attualmente impegnati in prime parti all’Arena di Verona, alla Scala o al Covent Garden.
Mi ricorda quella scena in cui John John Kennedy, dopo una prima alla Scala andò a complimentarsi con Riccardo Muti dicendogli che aveva attraversato l’oceano per venire a sentire quel concerto, e il sagace direttore gli rispose “Sarebbe stato più comodo se fosse venuto a sentirmi a Philadelphia, dove ho diretto per molti anni”. Chi è venuto a raccontarmi di aver sentito delle arie opera nientemeno che “da brivido” l’altra sera a Villa Manin, non ha mai sentito parlare di Luciana D’Intino o di Fiorenza Cedolins, che è di Vito d’Asio e i questi giorni interpreta Tosca all’Arena? No, è troppo faticoso tastare personalmente la qualità, meglio affidarsi al cattivo gusto comune, che non sia sbaglia mai: tutt'al più, si sbaglia in gruppo.
Ora mi chiedo come sia possibile pagare ottanta euro per sentire questo cantante da Sanremo, che avrà anche una bella voce, ma è pur sempre un cantante da Sanremo. Non da Tosca, non da Bohème. Eppure il suo cachet è a sei cifre e il primo numero non è uno. Ma finché Pantalone paga, perché non approfittare? D’altra parte, se Pavarotti viene coperto di allori perfino dopo essere stato snobbato anche dagli americani, perché non dovrebbe cavalcare la tigre lui, che ha dalla sua anche il vantaggio del buonismo italiano? Non ha nulla da temere, finché a Sanremo non si presenterà un cantante sordomuto. E allora saranno cazzi amari.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Concordo con il tuo ragionamento.
E per il resto... emozioneeeeee!!!

Un bacio.
A.

9:39 AM  
Blogger ruben said...

Ora mi auguro solo che i bloggers non possano venire denunciati!!!

Baciotti

9:56 AM  
Anonymous Anonimo said...

Non posso che concordare!

Mio marito dice che se andasse di moda spalmarsi di merda le ditte di vuotatura fosse biologiche fallirebbero. Ha ragione. Purtroppo.

1:56 PM  
Blogger ruben said...

Tuo marito è un saggio! D'altra parte.... "un nome, una garanzia"!!!

2:36 PM  
Anonymous Anonimo said...

Direi che hai esagerato."Cantante da sanremo" e secondo te da dove vengono la maggior parte dei migliori? certo la cifra è esagerata ma sputtanare così non fa testo. Forse un pochino dovresti vergognarti!

4:06 PM  
Blogger ruben said...

E invece sai cosa ti dico? Che non mi vergogno per niente! Primo, perché almeno avresti potuto mettere una firma. Secondo, perché lavoro nel settore, so quali sono le competenze e soprattutto le cifre che vengono richieste. Quanto a Sanremo, è vero che molti anni fa forgiava i migliori, ma adesso non più. E infine, non ho detto che Boccelli non ha una bella voce: ho detto che non è all'altezza per pretendere certe cifre. Ma se gente paga, evidentemente c'è qualcosa che non va.

9:09 AM  

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