Lost in the shop
Pare che non siano scomparse solo le mezze stagioni e le lucciole a maggio (già, le lucciole. Ma chi si ricorda più cosa sono?). Esemplari in via di estinzione si registrano anche fra gli scaffali del supermercato. Lasciamo stare i sapori dell’orto, per non autorizzare i coltivatori diretti (guai a chiamarli contadini!) ad aumentare ulteriormente i prezzi: pomodori, insalata e cetrioli rimangono quelli di una volta, e se non c’è abbastanza sapore, basta un buon olio e aceto balsamico. Quello che intendo, invece, è una parte di letteratura culinaria nata negli anni Settanta e destinata all’oblìo, per lo più prodotti trash e comunque niente di particolarmente salutare. Calma: volendo si può trovare tutto, ma il sapore è cambiato.
Una menzione speciale va all’Ovomaltina, quella con il barattolo arancione, che si trova, sì, ma non sa più di malto e uovo. Dicono che la versione originale sia reperibile nella più tradizionale Svizzera. Nemmeno i biscotti Plasmon, che per quel sapore un po’ amarcord piacciono più agli adulti che ai bambini, sono più gli stessi: sembrano quasi gli Oro Saiwa, per altro nemmeno l’ombra del classico biscotto “secco” che si disintegrava al contatto con il the carcadé, anch’esso piuttosto demodé. Fedeli all’originale invece gli Steccalatte e gli Atene, forse perché stanno negli scaffali da trent’anni e nessuno se n’è mai accorto. Anche casa Pavesi ha i suoi default, con i Ringo, che non corrispondono ai ricordi (bene la crema, ma il biscotto perde, specie il bianco) e i Togo, oramai trasformati in quattro versioni. Anche il Gran Turchese non è più lui. Mulino Bianco sforna continuamente new entry, ma perde i Mugnai, rari i Galletti e i Settembrini (per altro spuria imitazione dei classici Strudel), soppiantati dai Cuor di Mela.
In campo snak la situazione rimane per lo più invariata, anche perché all’origine c’era poco: della vecchia guardia rimangono Kinder Brioche, Girella e Buondì Motta. Tutto il resto è storia recente. Qualche sostituzione con le cioccolate: il Raider è diventato Twix e le Trees adesso si chiamano M&M’s, solo con qualche colore in più. Scomparso il Galak, quello del delfino, e rari anche i Ciocorì.
Brutte notizie anche dal reparto surgelati, dove siamo ormai alla quinta generazione. Di vecchio ci sono i Bastoncini Findus, sempre più smilzi. Introvabili invece i Sofficini al gusto di carne, spariti dalla circolazione ai tempi della mucca pazza, chissà perché. Peccato, però.
Il banco formaggi sta perdendo il Dover e i formaggini Susanna, quelli che ti facevano vincere la bambola gonfiabile e il coccodrillo. Diverso anche il Mio, che non fonde bene con la minestra e le tempestine, e poi non ci sono gli adesivi imbottiti di Disney, quelli da attaccare al frigorifero.
Yougurt di ogni specie hanno cancellato dalla faccia della terra il Galbani, mentre una meteora durata poco più un anno rimane nei ricordi di pochi (a parte quelli che hanno assaggiato): le sottilette al cioccolato.
Lo scaffale dei preparati perde poco, anche perché c’era già poco. Quando la minestra veloce era solo la Knorr e ce n’era una, adesso il sapore di quell’unica si ritrova a malapena nella versione ai piselli. Neanche il puré Pfanni è lo stesso, sembra quasi di sentire le patate. Quanto ai ragù, i Barilla e Buitoni hanno preso il posto del classico, inimitabile Sugoro, quello nella lattina piccola, che tingeva il piatto di un rosso indelebile.
Piccola parentesi per i saponi: scomparsi il Lux (con la faccia della Fracci), il Camay, il Zest, il Nordika (“freschezza del Madagascar”), il Cleo (già anni Ottanta) e il Palmolive prima versione. Resiste invece il bagnoschiuma Vidal al lime dei Caraibi, ma il cavallo bianco temo di no. Chiusa parentesi.
Infine bibite e alcolici. Introvabili ormai Rossoantico, Very Cora, amaro Diesus, Mandarinetto Isolabella, Borsci Sammarzano, e Sambuca Molinari, hanno ripreso quota il Cinar e il Batida de Coco. E mentre fanno la loro ricomparsa la Cedrata Tassoni (quella che fa venire i denti gialli) e la Spuma (qualcuno forse non sa nemmeno cosa sia), la Fabbri ripropone lo sciroppo al latte di mandorla e l’orzata. Con poco successo, ma d’altra parte, già a quei tempi anche io preferivo l’amarena.
4 Comments:
che bell'amarcord... aggiungerei le lunette e i cuoricini (biscotti pavesi). E vogliam parlare del malto kneipp?
S.
Come dimenticarmi delle Lunette?! Con lo zuccherino sopra, particolarmente soddisfacenti con il the....
dobbiamo fare una raccolta firme per far rientrare in produzione le lunette, sono in astinenza da troppi anni!!
anche io sono con il primo anonimo che ha parlato dei CUORICINI!!!
erano fantastici!!! da piccolo ne mangiavo in quantità industriale!!!
anche io vorrei fare una petizione o cmq spedire email a volontà al sito della pavesi... purtroppo lo si può fare solo tramite www.gocciole.it (contattaci). la pavesi non ha sito suo.
io li ho già contattati e mi hanno risposto che non sono nei loro piani di produzione... però io li rivoglio!!!! chi è con me??
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