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Odio le persone apatiche. Di conseguenza amo quelle passionali

mercoledì, aprile 09, 2008

Debolezze

Confesso una debolezza che pochi sanno: Trentatrè. Mi piace da matti, ma la ascolto sempre in privée. Molto in privée. Anche se oggi sono stata sgamata dall'avvocato del piano di sopra che è sceso a chiedermi se mi sto preparando per l'adunata di Bassano.



Ai miei due nonni, alpini veri. A mio padre, sottoufficiale alpino già meno utile. A mio fratello, ufficiale alpino per divertimento. A mio suocero, soldato del genio, che invece ha lavorato. Al fratello di mio nonno, bersagliere. All'altro fratello di mio nonno, alpino della Divisione Julia, che ci ha rimesso le penne sulla nave Galilea. E qui finisce il mio orgoglio patriottico.

10 Comments:

Blogger girovago said...

Anche a me piace. La suonavo nella banda di cui anch'io facevo parte nello scorso millennio. Il 4 novembre lo ricordavamo anche così al mio paese. Io ero primo clarinetto sibemolle. Ricordo ancora le note:

La La Do Fa Fa La Fa Do Fa La
La Fa La Do. ecc...

9:52 PM  
Blogger ruben said...

Facevi parte di una banda??? Io adoro bande e fanfare! Il mio sogno è poterne avere una, che ne so, magari per un compleanno. E non è detto che prima o poi...
Ieri in redazione ho visto il tuo fratellino, quello pestifero!A presto!

10:07 AM  
Blogger girovago said...

Anche il mio "fratellino pestifero" faceva parte della banda. Lui suonava la tromba. Chissà perchè di tanti politici e giornalisti si dice che sono dei "tromboni".

Buenos tardes ;-)

6:00 PM  
Blogger girovago said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

7:51 PM  
Blogger girovago said...

Ho dvuto camcellare un commento, perchè ho preso un abbaglio.

7:59 PM  
Blogger ruben said...

Già, ma io l'ho letto il tuo commento! Dunque, le cose sono andate così: io ho concordato 2700 battute, che è la misura più apprezzata dai redattori per non dover agire di tagli. Ma non sono corrispondente per Fagagna, quindi ho fatto il comunicato e l'ho passato affinché venisse firmato da chi di dovere. E il mio compito è finito lì. Il tuo fratellino non centra nulla: lui è in cronaca regionale.
Per quel che riguarda l'assegnazione dei meriti, devo dirti che il nome di mia cognata era ben specificato nel mio comunicato, ma lei stessa me l'ha fatto togliere. Cosa che trovo assolutamente sbagliata, ma rispetto la volontà.
La redattrice del Gazzettino non ha avuto comunicati stampa, ha fatto lei stessa un articolo e,avendo a disposizione una pagina, se l'è gestita integrandola con altro materiale attinente. Avessi potuto fare di più, l'avrei fatto. Vorrà dire che mi risparmierò per la vittoria...
Ah, si dice BUENAS tardes, carissimo!!! ;-)

8:38 PM  
Blogger girovago said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

9:50 PM  
Blogger girovago said...

L'abbaglio l'ho preso dalle iniziali dell'estensore dell'articolo che, guarda caso, sono le stese di quelle di mio fratello. Poi mi sono accorto che meni scrive al messaggero non al gazzettino e allora mi sono premurato di eliminare il commento. Tutto qua.

Io volevo scrivere buenas tardes, poi mia figlia mi ha detto che si scrive buenos tardes. Ha fatto un corso di spagnolo (non so se ha giovato) e ha insistito che si dice buenos e non buenas tardeds.

Scusa, ho riscritto il commento, perchè avevo fatto un casino di errori. Stasera sono molto nervoso. Uffa, scusa ancora.

10:36 PM  
Anonymous Anonimo said...

"aprite le porte che passano i baldi alpin..." è così che cantavamo scendendo da Colle San Carlo nella primavera del '92. Si rientrava in paese dopo una delle esercitazioni di fine corso. Avevo sentito parlare di La Thuille molte volte, ma vederla così, dall'alto, con la piccola caserma "Monte Bianco" in primo piano, faceva un certo effetto. Gli occhi e i visi gonfi e arrossati, le uniformi sporche parlavano chiaramente del freddo, del ghiaccio e del fango dei giorni precedenti. Ma anche nei nostri petti spirava un'indomita fierezza, quella fierezza di chi cinque mesi prima era sceso da un treno in piena notte ed aveva varcato per la prima volta la soglia della SMALP (ovviamente tra le urla dell'ufficiale di picchetto). Ma ora quella stelletta ce l'eravamo cucita addosso, e quei ragazzi pieni di paura erano diventati un po' più uomini, un po' più ufficiali, ma senz'altro fieri di essere Alpini. Da lì a qualche giorno sarei partito per Tolmezzo, a prestare servizio in quelle opere che nostro nonno una cinquantina di anni prima aveva aiutato a scavare. Anche nostro padre aveva prestato servizio in quello stesso reggimento. Quelle opere non le ha mai usate nessuno, la guerra non c'è stata, meglio così. Il 28 settembre di quello stesso anno è stato chiuso il battaglione. Finito il picchetto ci siamo ritrovati tutti e tre, c'era il colonnello Zilli con una fisarmonica, del vino, e ci siamo divertiti assieme.
STen Vignuda

1:48 PM  
Blogger ruben said...

O dio. Non ci posso credere. Se è quel coglione di tuo cognato che ti prende per il kiulo, allora il messaggio è arrivato. Se sei tu in persona, allora sai cosa ti dico? vale lo stesso, se dopo due anni ti sei scomodato a leggere il mio blog solo perchè hai fiutato un argomento interessante. O mi rendi onore per il regalino che ti ho fatto ieri?
In ogni caso mi tocca ritirare quel "per divertimento". Considerate le gavette di ghiaccio, i visi gonfi e arrossati e quant'altro. E chiedo umilmente perdono per aver mal interpretato sempre quei visi gonfi e arrossati di cui sopra. E' chiaro che gli scontrini che cadevano dalle tasche della tua nobile uniforme non provenivano dalle enoteche di Aosta. Chiaro che no. Erano in cirillico...
Ma mi hai commosso. Di cuore. E ti chiedo umilmente perdono. In nome di quella sciabola che un tempo impugnasti fiero e che ora è tristemente abbandonanta sulla tua scrivania.

2:09 PM  

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