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Odio le persone apatiche. Di conseguenza amo quelle passionali

lunedì, aprile 07, 2008

The Truman Show


Il motivo è semplice: non scrivo perché non ho più il tempo per farlo. E questa per me è la privazione di un immenso piacere, uno dei tanti piaceri a cui mi sono trovata a dover rinunciare negli ultimi mesi. La colpa non è di Antonio, che adesso ha sette mesi: anzi, lui è l’ennesimo piacere che si è aggiunto alla lista. Più che un piacere, direi un bisogno: tornare a casa e trovare il suo sorriso a due denti è il toccasana per lenire anche la giornata più infernale. La colpa di tutto questo è il lavoro. E io non sono una stacanovista. Non sono nemmeno ambiziosa, lavoro solo per lo stipendio. Fortunatamente mi piace quello che faccio, me lo sono scelta, e negli ultimi anni ho avuto il privilegio di assaporare anche qualche soddisfazione. Ma adesso come adesso, se mi chiedessero cosa voglio da grande, direi la CASALINGA. La casalinga ricca, per la precisione. Quella che può contare su una rendita vitalizia personale senza dover dipendere da altri, nella fattispecie il marito. Sissignori, proprio quella. Ad essere sincera, io mi sento la vocazione della casalinga. La sera, quando vado a correre (un altro dei miei piaceri a cui spesso devo rinunciare) penso a come sarebbe la vita senza il lavoro.
Mi sveglierei comunque presto, perché a me piacere vedere il sorgere del sole e pensare mentalmente alla canzone di Alan Sorrenti che mi ricorda l'estate delle elemantari; ma scenderei dal letto senza l’immagine ripugnante della polvere settimanale sul parquet illuminata dal primo raggio del mattino, quella su cui il venerdì puoi tranquillamente scrivere con un dito “puliscimi”. Certo, se fossi casalinga ovviamente avrei il tempo per dedicarmi alle pulizie di casa, che sono un’ottima palestra e soprattutto gratuita, nonché un naturale scaricanervi (ma poi, senza l’assillo del lavoro, ne avrei bisogno?). Preparerei la colazione per Antonio, che sicuramente apprezzerebbe molto, mentre invece per suo padre sarei la causa dei suoi tragici risvegli da evitare come la peste, considerato che a me la mattina piace cantare. Quindi lui scapperebbe come un basilisco cosicchè e io e Antonio potremmo farci di Cocco&Drilli senza il suo sguardo di disappunto. Il mattino lo dedicherei ai mercati della zona, che non sono propriamente dei suk ma a me divertono comunque. Confronto all’aria insana dei centri commerciali da dove esci stressata, depressa e con i capelli che puzzano di brodo, è tutta un’altra storia. E poi ad Antonio piacerebbero tutte quelle bancarelle colorate, stoffe al vento da acchiappare... Molto probabilmente avrei molti danni da risarcire, ma d’altra parte sono una casalinga ricca, e quindi.
Se non lavorassi (che poi, diciamocelo, il lavoro della casalinga è già un lavoro), credo che mi ci vorrebbe una giornata di quarantotto ore. Dando per scontato che potrei snellire la lista dei libri in stand-by e rispolverare il telecomando del lettore cd, mi dedicherei a tutte le attività che ho trascurato e che mi appassionano, come la cucina, per esempio. Farei un corso di enogastronomia e curerei una rubrica sul quotidiano locale. Poi riprenderei a studiare le lingue perché una casalinga ricca è sicuramente persona di mondo. Indi farei un corso di taglio e cucito così da potermi fare i vestiti che non trovo in vendita, giustamente perché non sono di moda ma chissenefrega la moda la lancio io. E poi imparerei a fare qualche lavoretto di falegnameria, giusto per sopperire alla carenza di un compagno che a fare il casalingo non ci pensa nemmeno. Sono sicura che scoprirei una nuova passione. E già che ci siamo, non ci starebbe male neanche qualche dritta di carpenteria. Naturalmente, come si addice a una brava casalinga, mi dedicherei al giardinaggio e magari così i miei gerani potrebbero raggiungere agosto con le foglie ancora verdi. Naturalmente farei sport, andrei a correre tutte le sere al tramonto, il momento che preferisco perché posso contemplare la campagna nei suoi colori più belli, e potrei anche correre ascoltando musica invece di dover sfruttare quei cinquanta minuti per il brainstorming quotidiano o per sedare le rabbie della giornata come faccio adesso. E la sera preparerei sempre una bella cena preceduta da un aperitivo in compagnia, considerato che al corso di cucina avrei imparato a fare degli ottimi Campari shakerati. Infine, dopo la cenetta romantica e tranquilla esente dal j’accuse quotidiano, mi metterei in quello che una volta consideravo il mio patio, e finalmente, ispirata dalla brezza della sera, scriverei.

Ma vedo che si sta già aprendo una breccia nello scenario di questo ambizioso Truman Show, facendomi presente che ho già perso mezz’ora sulla mia tabella di marcia e che molto probabilmente per oggi dovrò dire addio alla corsa, la cenetta si risolverà nel sempre più frequente quanto rapido piatto di tortellini e invece del patio mi catapulterò sul divando, dove un tour di zapping sulle varie tribune elettorali in meno di tre nanosecondi avrà per me la stessa funzione del bruco-carillon con cui neutralizzo Antonio.

7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

a me non servono neanche le tribune elettorali, mi basta VEDERE il divano. Chiara - ahimè - gattona alla velocità della luce.

5:11 PM  
Blogger ruben said...

Chi era che aveva fatto una mezza maratona al primo mese di gravidanza?
Beccati questa!
;-)
Baci

6:39 PM  
Anonymous Anonimo said...

Volevo lasciarti un commento, ma vedo che ne esce un post. Quindi ti rimando al mio blog.

9:38 PM  
Blogger Gallinavecchia said...

Cara amica, non sai quanto capisco e condivido le tue parole. Quei dieci mesi di vita da casalinga li ricordo ancora come uno dei più bei premi che mi sia mai concessa, quanta soddisfazione in quella lettera di dimissioni che consegnai a quel capo che dopo tredici anni di onorato lavoro a base di straordinari non pagati e giorni di malattia passati alla scrivania non mi voleva concedere il part-time che poi, per fortuna, dopo dieci mesi di pappa-nanna-cacca è arrivato ed è ancora qui. Sono diventata l'ultima ruota del carro, è vero. So che prima o poi dovrò tornare a lavorare a tempo pieno se voglio sperare di avere una pensione che non mi faccia morire di fame, è vero anche questo. Però so che sul piatto della bilancia contano di più i sorrisi di mia figlia.
Un bacione grande a te e al piccolo Antonio
(mandami una foto del suo sorriso a due denti!)

1:19 PM  
Blogger ruben said...

Mi dai un motivo in più per ambire a questo sogno: io nella pensione non ripongo nessuna speranza!
La foto di Anto arriverà al più presto via mail con tanto di news (si fa per dire)
baci

1:27 PM  
Blogger ruben said...

Mi dai un motivo in più per ambire a questo sogno: io nella pensione non ripongo nessuna speranza!
La foto di Anto arriverà al più presto via mail con tanto di news (si fa per dire)
baci

1:27 PM  
Blogger Annachiara said...

Sai cosa ne penso delle casalinghe.
Teniamoci il più possibile alla larga da casa, o donne. E te lo dice una che la casa ce l'ha negli incubi!

2:22 PM  

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