patio andaluz

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Località: Italy

Odio le persone apatiche. Di conseguenza amo quelle passionali

giovedì, novembre 30, 2006

My own private Christmas

C'è una mentecatta in pigiama nel palazzo di fronte al mio ufficio, la quale sta cercando il suicidio nel tentativo di piazzare uno di quegli inquietanti Babbo Natale-Manolo che nel giro di qualche giorno vedrai arrampicati ovunque.

Oggi è il mio San Silvestro. Con il 30 novembre per me finisce l’anno, dopodiché ci sarà quella “terra di mezzo” che ho sempre odiato, che oltrepasso in apnea cercando di limitare il più possibile i danni. Dicembre. Il mese del Natale, quel Natale che non sono mai riuscita a farmi piacere e che probabilmente non mi piacerà mai. Non posso più nemmeno dare la colpa ai Natali del passato, quelli del liceo quando invocavo la bufera di neve per non andare a scuola, di quand’ero grassa e scongiuravo il pranzo con i parenti, di quando avrei voluto essere dove e con chi non potevo stare. E poi i Natali successivi, la solitudine interiore di certi momenti, il sentirmi inadeguata a situazioni che non mi appartenevano. Adesso è acqua passata, troppe cose belle sono successe nel frattempo, troppo belle per non essere riuscita a cancellare tutto. Qualcosa è rimasto, un ricordo seppur lontano, una sensazione subliminale che non mi fa vivere questo dicembre come tutte le altre persone, o almeno come la maggior parte di esse. Gli addobbi nelle strade, le luci che non mi danno nessun effetto, l’albero che non faccio, i regali che non voglio ricevere ma che ricevo in virtù di un rituale di scambi senza senso, almeno per me. Musiche melense, odori di cannella e pino, candele decorate... Una patina per coprire la miseria del consumismo, che è diventata banale anche come affermazione. Potrebbe anche non esserci una spiegazione: il Natale non mi piace e basta. E’ lecito? Sembra di no. Ancora dopo tanti anni, anche gli amici più vicini continuano a stupirsi del perché questo rifiuto inconcepibile, così come l’anguria e il caffè. C’è chi dice che in me manchi quel famoso lato infantile e che non abbia più la capacità di stupirmi per le cose di cui si stupiscono i bambini. Magari è vero: può essere che abbia cristallizzato il ricordo dei miei ultimi Natali in quei primi anni di vita quando credi che esista veramente qualcuno che durante la notte viene a portarti i regali e beve il latte che gli hai preparato. Sì, il Natale è per i bambini, che riescono a meravigliarsi senza cercare spiegazioni. Ma per noi adulti che senso ha? Me lo chiedo ogni volta che vengo puntualmente invitata a rispondere al quiz show di rito: “Neanche quest’anno fai l’albero?”. “No”. “Avevi detto che lo facevi”. Forse in settembre l’avevo detto. E poi le solite provocazioni: “Ti piace il mio albero?”. “Bellissimo”. “Ma a te non piace l’albero di Natale”. E allora perché me lo chiedi. “Cosa ti regala quest’anno?”. “Non ci facciamo mai il regalo per Natale”. “Ma è triste”. Ci sono cose più tristi. Triste è quel Natale che non ho mai avuto, quello che avrei voluto passare con la nonna sola, la nonna che amavo di più e che puntualmente dovevo lasciare per andare con l’altra famiglia, quella felice con gli zii, i nipoti, i nonni e tutti che aprono i regali e poi si siedono a tavola fino al pomeriggio. E poi, quando la sera tornavo a casa e passavo davanti alla sua casa senza nemmeno una luce accesa, pensavo che la nonna doveva aver avuto un’altra delle sue tristi giornate mentre io ero a far festa insieme agli altri, però sola, come lei. Soltanto adesso, dopo tanti anni, mi rendo conto che non c'è niente che si deve fare, che ero abbastanza adulta per insistere o semplicemente che avrei dovuto spiegarmi meglio e forse qualcuno avrebbe capito. Avremmo unito le nostre solitudini, io e la nonna, mangiando il panettone e raccontandoci le storie di sempre. E adesso che lei non c’è più, raccolgo questa eredità ineluttabile che forse potrebbe essere la mia vera giustificazione.

The show must go on

Candy: Scarlett Johansson
Terence: Orlando Bloom
Anthony:
Brad Pitt
Zio Albert:
Kim Rossi Stuart
Annie: Giovanna Mezzogiorno
Patty: Gwynet Paltrow
Archie: Daniel Radcliffe, cioé Harry Potter
Stear: Adrian Brody
Iriza: Jennifer Aniston
Neal: Colin Farrell
Miss Pony:
Angela Lansbury, cioé La signora in giallo
Susanna Marlowe: Kate Winslet

Avevamo dei dubbi su Terence, ma ora che il cast è al completo, manca solo il regista. Qualcuno ha ironicamente suggerito Anthony Minghella, visto che è specialista in polpettoni. Ma non colgo la provocazione, perché un maschio, ovviamente, non può capire. Candy era un romanzo con tutti i crismi, adatto alle bambine, le quali maturano prima. Ma anche per i bambini più intelligenti degli altri, quelli che non si eccitavano quando Afrodite A lanciava le sue tette d’acciaio a Mazinga Z, ma che capivano i tormenti interiori di Terence, impotente di lasciare Susanna Marlowe che aveva perso una gamba sotto un riflettore per salvargli la vita.

NB. Se qualcuno pensa che mi sia fatta una canna, sappia che questa discussione ha avuto origine tempo fa da persone mature e consapevoli. E nessuno stava fumando.

mercoledì, novembre 29, 2006

giovedì, novembre 23, 2006

Tutti leggono Dante, ma...



Campagna per una divulgazione della cultura al servizio dell'attualità. Perché anche dopo il Trecento c'è stato qualcosa di interessante. A parte Elle, naturalmente.

mercoledì, novembre 22, 2006

Santi e non


Sarà anche invidia, ma ho sempre avuto una certa idiosincrasia per le cose perfette. Diciamocelo: Angelina Jolie e Brad Pitt hanno anche stufato. Le loro foto post-partum in Africa (mica a Hollywood) dove sembrano Maria, Giuseppe e Gesù, lei con sguardo languido da santa martire, lui il buon pastore e marito fedele, le donazioni (sapientemente publicizzate), l'impegno sociale, figli di ogni razza e colore... il tutto irrorato da un'abbondante colata di miele. MA CHE PALLE!

Io l'Oscar per la coppia d'oro del secolo lo dò a RICHARD BURTON e LIZ TAYLOR! Quelli sì che mi sono sempre piaciuti, altro che scenette zuccherose: qui volavano botte da orbi! Viva la sincerità, a morte l'ipocrisia! Ho sempre odiato il perbenismo, quelli che vogliono a tutti i costi farti vedere che loro sono "i giusti", mentre per te la strada della perfezione è ancora lontana. Io amo appassionatamente le persone imperfette, quelli baciati dalla sfiga, quelli che quando sbagliano non cadono quasi mai in piedi e che ammettono di prendersi i loro bidoni quotidiani, quelli che non mostrano una facciata ideale per farsi invidiare dagli altri... Come diceva qualcuno, "Beati gli ultimi, che saranno i primi nel regno dei cieli"! (sempre che che non inciampino lungo la strada)

martedì, novembre 21, 2006

De gustibus

Che non sia un bambino comune questo era già noto alle folle. Consideriamo semplicemente che è dotato di una personalità complessa che ama esprimere attraverso atteggiamenti bizantini, spesso sorprendenti, talvolta sconcertanti. Adesso, che desidera essere chiamato Lord Tommaso, vuole adeguare la propria regale scuderia aggiungendovi altri elementi. Lady Penny, esemplare unico e dalle origini antichissime - tanto remote, che della razza iniziale si è persa ogni traccia - si farà da parte per lasciare spazio a un altro cane. Ora, un bambino di otto anni – per quanto Lord possa essere – è facile immaginare che voglia accanto a sé un cagnone tale da poter considerare il suo cavallo, e ce lo immaginiamo mentre corre nei prati insieme alla bella bestia dal vello fluttuante, tipo Belle e Sebastien, o Rusty e Rintin, Timmy e Lassie... E invece no. Lord Tommaso, che preferisce dedicarsi all’architettura del Lego, alla ricerca scientifica e alla speculazione filosofica piuttosto che alla vita bucolica cui è condannato ogni bambino comune, ha deciso che il suo prossimo cane sarà fedele complice dei suoi impegnativi pomeriggi. E pertanto sceglierà un CARLINO.
Ora, Lord, non vorrai mettere vicino una bellezza folgorante come Lady Penny e quell’incrocio fra una mortadella di pelo raso e un pipistrello? Perché è noto a tutti che il carlino è l’anti-cane per eccellenza, di una bruttezza pressoché inenarrabile, così grottesco da far quasi pena. Caro Lord, che la tua propensione al genere horror si concili con il mio desiderio di svegliarmi la mattina e trovare in terrazza un qualcosa di gradevole alla vista (benché con il naso ostinatamente schiacciato contro il vetro della mia porta) lo vedo un po’ improbabile. Certo sarà difficile eguagliare lo splendore di Lady Penny, ma se per caso dovessi optare per quella creatura di Rambaldi, ti pregherei di insegnargli ad uscire dalla cuccia quando tutti se ne saranno andati al lavoro, altrimenti non sarai l’unico a rientrare anzitempo da scuola perché ti si ripropongono i corn flakes.

Da "Dialoghi con l'Amichevole Spiderman di quartiere"

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Homo impenitens

Tra le specie più sfigate di uomo ne esiste una particolarmente curiosa: si tratta dell’homo impenitens. L’homo impenitens prende tale nome da una caratteristica intrinseca del suo modo di essere, ulteriormente rinvigorita dall’età e dalle condizioni di vita. Questo bizzarro esemplare può nascere normale, ma con l’avvento dell’adolescenza si trasforma in un essere non particolarmente brutto ma certo non attraente, sovente brufoloso e basso, non stupido ma piuttosto timido, non il primo della classe ma quasi, non antipatico ma nemmeno brillante e originale. In pratica uno sfigato. Il suo successo con le donne è facilmente intuibile, pertanto l’homo impenitens dispone di molto tempo libero, che il più delle volte dedica allo studio o alle attività sociali. Viene spesso intercettato mentre presta servizio presso i gruppi scout in un ruolo corrispondente più o meno a quello di Gran Mogol. L’homo impenitens è il classico ragazzo per bene che ogni madre vorrebbe: se esce il sabato sera, dice sempre dove va e non torna mai troppo tardi, non beve, non fuma e non si fa canne. Mamma impenitens conosce tutti gli amici del figlio, che sono quasi sempre i suoi compagni di classe e nessuno si chiama né Lucignolo né Lapo. Altri vizi dell’homo impenitens dipendono da caso a caso, ma in genere sono dettati dalle necessità e quindi plausibili. Egli non ama particolari stravaganze nel proprio modo di vestire e si affida spesso al buongusto della mamma che per lui sceglie jeans, camicia botton-down, maglioncino girocollo, completino intimo Cagi comprensivo di maglia della salute e mutande anti-stupro. Non per questo l’homo impenitens vive in solitudine leopardiana, ma – grazie alla sua dedizione allo studio, all’impegno sociale e alla buona volontà – riesce sempre a trovare un ottimo posto di lavoro e per questo rappresenta un buon partito per la donna particolarmente attratta dagli homo impenitens, che nel 90% dei casi è un cesso ma, oltre ad essere circondata da un'aura di santità, assicura una linea di continuità alla politica materna.
L’homo impenitens si sposa alla prima occasione e si riproduce subito dopo. Apparentemente egli sembra appagato dalla propria situazione, e pertanto fino a una certa età accetta la sua condizione di sfigato senza recriminare alcunché. Ma quando i figli crescono e la moglie invecchia, il soggetto in questione comincia a sviluppare la peculiarità che lo rende un vero e proprio homo impenitens: egli non si rassegna più alla parte di sfigato e ambisce a recuperare le occasioni perdute, pertanto si sente autorizzato a calarsi nel ridicolo ruolo di tombeur de femmes, inadeguato al suo essere e assolutamente incompreso da qualsiasi tipo di donna.
Come riconoscere un esemplare di homo impenitens?
Generalmente una buona occasione per incontrare l’homo impenitens viene offerta da un evento legato alla sfera lavorativa. Quasi sempre non sei tu ad accorgerti di lui ma è lui ad intercettare te, specie se sei una donna carina, più giovane di lui e preferibilmente sola. Perché, memore del proprio passato, egli associa la parola “solo” a “disponibile”. Se ti si avvicina, cercherà di ammaliarti credendo di possedere per qualche inspiegabile motivo un fascino irresistibile. Tu ti accenderai una sigaretta per scacciare la noia e lui te ne chiederà una, ma presto ti avvolgerà in una nube tossica impenetrabile in quanto lui abitualmente non fuma. Con fare da viveur, affronterà per te temi esistenziali dei quali non avrà forse mai nemmeno parlato con sua moglie, e di tanto in tanto non mancherà di citare qualche amico intimo di importanza nazionale che potrebbe presentarti.
Ma attenzione: non sempre si tratta di un autentico homo impenitens. Questo tricheco potrebbe anche essere un qualsiasi marpione, specie assai meno rara.
E allora quand’è che hai la certezza di incontrare l’homo impenitens?

La conferma di aver incontrato un autentico esemplare di homo impenitens ti si presenterà al centro commerciale, quando ritroverai la stessa persona di cui sopra, adesso non più solo ma circondato dalla santa moglie con sguardo arcigno e figli appesi al braccio. Ed è qui che si rivela la vera natura dell’homo impenitens: egli non cercherà più di intercettarti ma eviterà di incrociare il tuo sguardo, non ti verrà incontro per annoiarti con i suoi discorsi inutili e non ti affumicherà con una nube di fumo. Se tu educatamente lo saluterai, lui ti risponderà imbarazzato guardando dove sia la moglie e facendo quasi finta di non conoscerti. Talvolta, se la moglie non è impegnata a riempire il carrello, ma vigile al suo fianco, arrossirà timidamente e sotto le ascelle la sua camicia si tingerà di un alone disumano. Perché l’homo impenitens da un lato si vergogna di mostrarsi in questa veste inedita che tu mai ti saresti immaginata, dall'altro sente di dover nascondere quel che di peccaminoso c’è stato fra voi.

Altri esemplari interessanti:
homo convivens
homo volubilis
homo superficialis

It's lawful!

Magari non sarò proprio identica a lei, ma non sono io la matta. O per lo meno, non sono la sola. Mi trovo in buona compagnia: ho un’amica che chiamo Audrey, un fidanzato il cui indirizzo di posta elettronica è "Zizou" (almeno fino a prima dei Mondiali), un fratello che dice di aver combattuto in Vietnam, una cognata che crede di essere la reincarnazione della principessa Sissi e per finire, un nipote di otto anni che si fa chiamare Lord Tommaso. Ora, potrò arrogarmi il diritto di vantare una vaga somiglianza con Jackie Kennedy?

lunedì, novembre 20, 2006

venerdì, novembre 17, 2006

Oh my God!

Donna Zen: "Jackie, questa te la devo proprio raccontare..."
Io: "Audrey, spara."
D.Z.: "Ieri a Porta a Porta parlavano di Capri e sai cos'hanno detto? Che il vostro jacht è stato comprato a un'asta da Diego Della Valle."
Io: "Ma non mi dire... il Marlin? Questa non la sapevo. E' terribile, non ci posso credere..."
D. Z.: "La barca su cui tu e John avete trascorso le vostre vacanze..."
Io: "Quel falso comunista! E magari inviterà anche i suoi amici del jet set, Briatore con le sue oche da passeggio..."
D. Z.: "... sulla stessa barca in cui tu giocavi con John John e Caroline, e magari nello stesso letto in cui tu e John..."
Io: "Ti prego, Audrey, non dirlo. Mi viene da vomitare. Briatore nel mio letto...
D. Z.: "E se ci porta anche la Ventura?"
Io: "Sai che ti dico? Tod's non è Gucci. CHE AFFONDI!"

National Museum

ANSA - Splendida e sensuale con i suoi 72 anni, tanto da essere la protagonista assoluta del nuovo Calendario Pirelli 2007: Sofia Loren (...) ha letteralmente stregato con la sua bellezza inossidabile e la sua simpatia la platea londinese alla presentazione mondiale del calendario (...). Gran parte delle domande (...) hanno riguardato il suo 'segreto' per l'eterna gioventù. Poi, l'inevitabile domanda sulla chirurgia plastica: "Posso aspettare fino a quando avrò 100 anni", ha risposto l'attrice.

In America non so, ma in Italia la risposta giusta sarebbe stata Gasparotti, De Vita o Gasperoni. Se la Sofia nazionale, anche quand’era una gran bella donna, non è mai stata un emblema di raffinatezza, adesso che è una gran bella vecchia (grazie, appunto, al sospetto intervento di abili manine chirurgiche), ha rasentato i confini della volgarità. Potevamo tenerci il ricordo di un’icona di italian style Anni Cinquanta, e invece ci becchiamo questa evergreen che non ha nemmeno il buon gusto di vivere il proprio ruolo in modo decoroso. Pazienza: se al trash ci siamo votati, al trash inchinamoci.

Ingiustizie

ANSA - In seguito alla presentazione del nuovo Pirelli, Silvana Pampanini
reclama furiosa:
Anche io voglio il mio calendario!!!

giovedì, novembre 16, 2006

C'è posta per te


Letterina:

"Cara (..),
abbiamo ricevuto molti messaggi di augurio dopo la conclusione del Congresso di Radicali Italiani che ha eletto ai suoi vertici, per la prima volta nella storia dei partiti politici, tre donne. Ringraziamo tutti coloro che hanno voluto (...) esprimerci fiducia ma (...) a ciascuno di voi vogliamo, noi, inviare un augurio per un anno politico da vivere da iscritto o da contribuente di Radicali Italiani e dei vari soggetti dell'area; un anno politico nel corso del quale ti chiediamo non solo di partecipare alle iniziative di attuazione della mozione ma anche di non farci mancare il tuo contributo critico (...). Vi sono già stati dei segnali incoraggianti in questo senso come il contributo, assolutamente spontaneo, di un calciatore, Billy Costacurta, che ha dato 5000 euro a RI e 5 al PRT e bla bla bla. Come sai, secondo quanto scritto nella mozione che alleghiamo, entro un mese dobbiamo avviare e quindi preparare una campagna di iscrizioni 2007 coordinata con i soggetti dell'area radicale e bla bla bla. Sarebbe importante in questo senso ricevere (...) anche segni concreti di una tua volontà ad essere promotrice oltre che dei contenuti congressuali, della raccolta iscrizioni e contributi. Per questo, in attesa di lanciare la nuova campagna iscrizioni, sarebbe importante se intanto tu volessi iscriverti o contribuire subito a Radicali Italiani, e bla bla bla....Un affettuso saluto, Rita Bernardini, Elisabetta Zamparutti, Maria Antonietta Coscioni"

Risposta:

Un corno! Tié che vado a buttar via 200 euro. Primo, io non sono Billy Costacurta e soprattutto non ho il suo stipendio. Secondo, se avessi cinquemila euro da buttare mi comprerei una borsa di Hermès. Terzo: nel caso più remoto si prospettasse per me il periodo delle vacche grasse e potessi permettermi di cacciarvi 200 euro tanto perché non mi stanno nel portafoglio, lo farei nel momento in cui riusciste ad attuare almeno una delle fantasie che avete sbandierato ai quattro venti prima delle elezioni. Voi e quell’altro carrozzone di perditempo. Dove sono finiti i PACS???
Altro che tessera e contributi: un bel calcio in culo! E la prossima volta, neanche il voto.

E vaffanbrodo anche Linda Wolf che da una settimana dice che i Gemelli devono essere meno polemici, più tranquilli e oggi, anche meno critici.

martedì, novembre 14, 2006

Solo un attimo.

Imagine there's no heaven, it's easy if you try
Immagina che non ci sia il paradiso, è facile se ci provi
No hell below us, above us only sky
Ne l'inferno sotto di noi, sopra di noi solo il cielo
Imagine all the people living for today, ah-ah

Immagina tutta la gente che vive giorno per giorno
Imagine there's no countries, it isn't hard to do
Immagina che non ci siano nazioni, non è difficile
Nothing to kill or die for, and no religion, too
Nulla per cui uccidere o morire ed anche nessuna religione
Imagine all the people living life in peace, you-oo

Immagina tutta la gente che vive in pace
You may say I'm a dreamer
Potresti dire che sono un sognatore
But I'm not the only one
Ma non sono l'unico
I hope someday you'll join us

Spero che un giorno ti unirai a noi
And the world will live as one
E il mondo vivrà come se fosse uno solo
Imagine no possessions, I wonder if you can
Immagina che non ci siano proprietà, mi chiedo se ci riuscirai
No need for greed or hunger, a brotherhood of man
Nessun bisogno di avidità o brama, una fratellanza dell'uomo

Imagine all the people
Immagina tutte quante le persone
Sharing all the world, you-oo
Che condividono il mondo intero
You may say I'm a dreamer
Potresti dire che sono un sognatore
But I'm not the only one
Ma non sono l'unico

I hope someday you'll join us
Spero che un giorno ti unirai a noi
And the world will live as one

E il mondo vivrà come se fosse uno solo



....No, non ho parlato due ore di seguito con mio fratello "Peace & love". Stamattina Linda Wolf ha detto: "Gemelli, propensione alle polemiche". E visto il periodo, mi sono sentita trafitta.

lunedì, novembre 13, 2006

Prospettive


Se chiedi a un bambino di otto anni cosa gli piacerebbe andare a vedere al cinema, hai il novanta per cento delle possibilità che scelga qualcosa che non saresti mai andato a vedere, a patto che tu non sia uno di quegli impenitenti Peter Pan che a quarant’anni amano ancora i cartoni animati. Se poi hai un nipote particolarmente propenso alle storie truculente, una buona fetta di questa percentuale si sposta verso film che non lasciano tregua ai deboli di stomaco: fiumi di sangue, corpi putrefatti, teste mozzate, occhi che schizzano dall’orbita e ogni genere di delizia.
Prima ancora della trama, cerco di capire quale sia la durata. L’Amichevole Spiderman di quartiere, che per altro l’ha già visto ma ama approfondire le proprie conoscenze, dice che c’è anche Johnny Deep. “Tesoro, la zia non va a vedere un film solo perché gli piace l’attore”. Falsa. Il piccolo ovviamente non afferra: la sua mente ingenua non avrebbe mai partorito un pensiero simile, ma quella della zia evidentemente sì, e magari sarebbe stata più sincera se avesse ammesso direttamente che non le piace Johnny Deep. Comunque questi sono dettagli che all’Amichevole Spiderman di quartiere non interessano e mentre si allena sul tapis roulant decide che "I Pirati dei Caraibi" sarà il film, dopodiché si andrà a mangiare il pollo.
In queste occasioni, quando entri in sala, il bambino è una garanzia: nessuno infatti potrà pensare di te quello che tu pensi vedendo degli adulti senza bambino per mano, e cioè A) se è una donna, o le piace Johhny Deep o è una ritardata, B) se è un uomo, che tutto sommato rientra nella normalità anche se non gli piace Keira Knightly.
La sala è quasi vuota e l’Amichevole Spiderman dimostra inquietudine. “Uffa. C’è troppa gente”.

Il bello di questo personaggio è che mentre lo vedi elucubrare, non puoi mai immaginarti cosa stia elaborando la sua fervida mente. Spiega che gli secca avere gente intorno a sé quando va al cinema. Quindi intuisco che ami il silenzio. Bravo - penso - anche me danno molto fastidio i commenti in sottofondo.
Poi si spiegherà tutto.
Nel frattempo il film comincia e il piccolo si mette comodo: camicia fuori dai pantaloni, succo di mela in una mano, M&m’s nell’altra.
“Avrai paura soprattutto in quella scena della pistola che esce dalla botte e spara. E poi quei mostri con le cozze attaccate nella pelle e la testa a forma di pesce.”
“Okay, okay, ti prego: lasciami pregustare senza anticipi la poesia di questo film...”
Ma alle prime scene, scopro piacevolmente che Will Turner è nientemeno che Orlando Bloom!

“Tommy, non mi avevi detto che c’era Orlando Bloom?!”
E ti ci avrei portato prima! Ma forse qualcun’altro gli aveva già detto che la parola magica era "Johnny Deep"?

Di lì a poco capisco perché l’Amichevole Spiderman ama essere solo in sala: non già per non sentir parlare, ma perché è LUI che deve parlare indisturbato. E visto che il film l’ha già visto, cosa c’è di più elettrizzante che anticipare le scene a voce alta, di modo che tutti i presenti possano voltarsi verso di noi? Che è più o meno quello che faccio io al cinema quando qualcuno osa semplicemente scartare una caramella.
E’ chiaro che del film non ci capisco niente (anche perché pare non abbia una trama ben precisa) ma evito di ricorrere ai suggerimenti del piccolo. Lui ama elargire delucidazioni sui lati oscuri dei suoi amati personaggi, a patto che si tratti di domande intelligenti. Non come quella che gli feci tempo fa, per altro dietro suo invito, riguardo a Mary Jane. Se fosse cioè innamorata di Peter Parker o di Harry Osborn, e sentirmi rispondere se non avessi qualcosa di meno stupido da chiedergli. Così la zia si terrà i suoi futili dubbi anche sul finale dei Pirati, senza capire se Elizabeth stesse piangendo per aver tradito Jack Sparrow o per essersi resa conto di amarlo, il che mi dispiacerebbe perché Will Turner è molto più carino.
La rivincita.
Usciti dalla sala con addosso la sensazione di un certo afrore di pesce morto, si va al supermercato e qui si realizza davanti ai miei occhi la scena magistrale. Lui, l’Amichevole Spiderman di quartiere, camicia ancora fuori dai pantaloni, arrampicato sullo scaffale dei giocattoli, sfila avidamente le varie scatole contenenti ogni genere di mostro nella speranza di trovare qualcosa che la sua cesta dei giocattoli reclama. Lei, più o meno la sua stessa età, capelli lunghi e sciolti, mini kilt e maglietta in tinta, stivali al ginocchio e borsa a postino, avanza altezzosa e gli si para davanti. Lo guarda dall’alto in basso e lui nemmeno se ne accorge in quanto sta nervosamente cercando il giocattolo che gli manca. Lei alza il naso, manda indietro i capelli, passa oltre.

I microframmenti di vita quotidiana ci presentano ogni istante un confronto fra i due grandi universi dell’essere umano: quello maschile e quello femminile.
Probabilmente se la bambina avesse visto il film, non si sarebbe pietrificata durante l'assalto della piovra, ma avrebbe pensato
a sciogliere l’arcano mistero che avvolge i sentimenti di Elizabeth Swan, se il cuore batta ancora per Will Turner o se sia già votato al rozzo Jack Sparrow. Cose futili per una mente maschile. Ma cercare disperatamente un mostro di plastica e poi nasconderlo in fondo allo scaffale coprendolo con altri giocattoli perché nessun altro lo possa trovare prima di Santa Lucia, non eleva certo il maschio, benché piccolo, agli alti ranghi della perfezione umana...

Dai "Dialoghi con L'Amichevole Spiderman di quartiere"

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venerdì, novembre 10, 2006

Homo convivens

E’ incredibilmente straordinaria l’autenticità del detto “curiosità è donna”!
L’uomo ha intuito che per coltivare amorevolmente il fanciullino che c’è in lui e non concedergli di crescere oltre il dovuto, è necessario sviluppare e rinfrancare la dote innata che lo contraddistingue dalla donna: la capacità cioè di lasciare al caso i dettagli che non interessano e permettere così che il suo habitat gli riservi sempre lati nascosti da esplorare. L’homo convivens, che - se non proprio sapiens - è certamente più astutus della donna, ha capito che per non stancarsi mai di un luogo, è fondamentale ignorarlo. Spesso si attribuisce un senso di insoddisfazione alla donna che cambia la dislocazione dei mobili, compera piante nuove, rinnova i tessuti degli arredi. Niente di più sbagliato: la donna non è “insoddisfatta”, ma semplicemente assuefatta all’obsoleto. L’uomo non lo sarà mai, perché dopo due anni che ci passa davanti, non saprà ancora ricordarsi il colore esatto dei cuscini sul divano.
La donna che si appresta a intraprendere una vita in comune, è naturalmente inconsapevole di questa caratteristica tipica dell’homo convivens: ai suoi occhi ingenui il suo futuro marito sarà una persona coscienziosa, un uomo moderno che ha rispetto della sua compagna e la aiuta nelle faccende domestiche perché è consapevole che il mestiere di casalinga è come un doppio lavoro. La donna che già conosce un esemplare di homo convivens sorride sorniona, si siede sulla sponda del fiume e aspetta i cadaveri passare. Perché è sempre brutto quando ti fanno sentire l’incapace che non sa farsi rispettare o la sfigata a cui è capitato l’uomo più irriverente della terra.
Dopo i primi mesi di vita coniugale la donna comincia a percepire qualche atteggiamento strano da parte dell’homo convivens, quasi una deficienza. Si interroga sul perché non abbia memorizzato ancora che il sale si trova generalmente vicino al pepe e alle spezie, ma debba di volta in volta chiederlo a lei. Pensa anche che sia un tantino interdetto, visto che apre il frigo un imprecisato numero di volte nella vana speranza che tra l’una e l’altra si sia materializzato quel qualcosa che cerca ma che probabilmente non c’è, tipo una birra fresca.
Inizialmente la donna attribuisce la causa di tutto ciò alla madre dell’homo convivens e commette un grave errore. Giunge ad accusare un retaggio di infanzia trascurata, quando vede che lui non riesce a collegare la mancanza di una determinata cosa al semplice fatto che questa cosa non è stata ricomperata.
In seguito la donna si renderà conto che una suocera troppo apprensiva può essere il movente di questo comportamento, ma certamente non un limite a che l’homo convivens impari a conoscere il proprio habitat.
Dopo alcuni anni di vita in comune un autentico esemplare di homo convivens è ancora in grado di meravigliarsi della propria casa, scoprire dettagli sconosciuti e angoli inesplorati. Questo lo preserverà dall’ineluttabile sopravvento della noia, facendogli percepire l’ambiente in cui vive come un sempiterno parco di divertimenti, dove trovare una pizza fumante nel forno è una sorpresa inaspettata e sicuramente opera di qualche fatina. Nonostante l’età matura, l’homo convivens può ancora stupirsi del fatto che dimenticando il sacchetto dei biscotti aperto, i biscotti si affloscino, o che la formula magica per non dover cestinare il sacchetto vuoto, è quella di lasciare sempre dentro almeno un biscotto. Egli, che generalmente è preposto allo sgombero della spazzatura, intuisce che è giunto il momento di farlo quando dissemina in ogni angolo sintomi di indubbia pigrizia: bottiglie di plastica contenenti poche gocce d’acqua, il vasetto con una oliva, la crosta del formaggio senza il formaggio. Ovviamente è consapevole che c’è sempre qualcuno che si sobbarcherà questo compito al posto suo.
Ma il Meraviglioso Mondo dell’homo convivens non si limita alla cucina, e spazia in tutta la casa. Egli, ad esempio, non sa che è possibile cambiare il rotolo della carta igienica quando è finito, o sostituire l’asciugamano quando è sporco. L’homo convivens ignora la provenienza di sapone, bagnoschiuma, deodorante, e immagina che tali prodotti si riproducano spontaneamente in loco: proprio per questo non avvita mai il tappo dello shampoo, cosicché le sue cellule possano nidificare per osmosi.
L’homo convivens crede che durante la notte un folletto coraggioso prenda i suoi calzini e li collochi nel cesto degli indumenti sporchi, e che una folletta idiota stiri le camice che lui ha arrotolato con l’abilità di cui è maestro. Giorno per giorno egli sperimenta il tentativo di lasciare che il letto si ricomponga automaticamente, e quando la sua donna rientra a casa prima di lui, sostiene che la magia si è verificata.
L’homo convivens non sa che portando una giacca in lavanderia, la giacca non ritorna a casa da sola: ragion per cui immagina che la giacca si sia persa in quel suo Meraviglioso Mondo sconosciuto.
Se l’esemplare è di pura razza, è all’oscuro dell’esistenza di alcuni oggetti adibiti alla pulitura, come la cera per i mobili, lo spray per i vetri, l’appretto, l’anticalcare o i sacchetti per profumare gli armadi. Probabilmente percepisce la loro presenza, ma non sa dove si possano nascondere.

Proprio per questo, quando la donna chiede collaborazione domestica, per lui si scatena l'ennesima caccia al tesoro.
Per l'homo convivens ogni occasione è buona per ritrovare una lato della propria infanzia, coltivarlo amorevolmente e non permettere mai a nessuno di sbloccarne il processo di crescita.

Altri esemplari interessanti:
homo impenitens
homo volubilis
homo superficialis

giovedì, novembre 09, 2006

La carte di Maga Maghella

Dove sono in questo momento? Maga Maghella dice che:
A- Sto lavorando alacremente e non ho tempo per scrivere.
B- Grazie a Google Earth sono virtualmente tra Malindi e l'Avana.
C- Non ho idee e non mi va di pensare.
D- Sono incazzata per certe persone egoiste e prive di dignità.
E- Sono incazzata perché ieri non ho trovato biglietti per il teatro e oggi non uscirò per l'aperitivo con Marti perchè ha il ciclo.
F- Sto leggendo Velvet perchè l'oroscopo di Linda Wolf dice che per oggi i Gemelli non si devono stancare troppo.
G- Sono a farmi il french manicure.

Quale di queste ipotesi ha indovinato Maga Maghella? Ma tutte, ovviamente!
Stranamente sto lavorando a ritmo frenetico, ma solo perché conto di uscire in anticipo e andare a farmi il french. In realtà ho trovato anche il tempo per fare uno dei miei viaggetti virtuali e a Malindi pare che stia per arrivare il temporale, il che spiega il motivo dei tanti favolosi last minute. Non avrei comunque idee per scrivere, anche se ci sarebbero nella mia mente papiri di trattati su certe persone che in questo periodo vorrei eliminare perfino dalla lista delle amicizie precarie, tipo quelli che ne combinano di cotte e di crude, cadono sempre in piedi e hanno anche il coraggio di mostrare in giro la propria faccia senza il minimo di dignità. Ma aspetterò che passi il momento di rabbia per analizzare il caso, rendendolo magari un po' più condivisible... Nel frattempo pensavo di elaborare qualcosa di piacevole, ma ieri mi è saltata la serata ispiratrice a teatro e sono sicura che mi sono persa un bel saggio di Georges Perec, oltre a qualche sana risata con Donna Lau, personaggio già noto nel blog. E stasera, che mi sarei finalmente rilassata con un bell'aperitivo insieme a Marti, Marti ha il ciclo, quindi nisba. Se Marti legge, sappia che il medico mi ha detto che il Prosecco - vino che la Signora certo non disdegna neanche con quaranta di febbre - rilassa i muscoli della pancia e crea un'immediata sensazione di benessere.
Intanto mi sono già attrezzata per trascorrere la serata in compagnia di Velvet, nuovo inserto di Repubblica, che promette bene, anche più di Elle. In realtà ero così curiosa, che sono andata a comprarlo ancora ieri, e quando l'edicolante mi ha detto che esce giovedì, tra il rispondergli 1) "Ah, pensavo uscisse mercoledì" e 2) "Ah, perché? OGGI NON SIAMO GIOVEDì?", ovviamente ho scelto la numero due. Con relativi commenti degli astanti.
E stasera seguirò i consigli di Linda Wolf, perché è vero che ogni tanto la mente turbolenta dei Gemelli ha bisogno di essere messa a riposo. Prima che i pensieri nocivi possano sostituire quelli creativi...

mercoledì, novembre 08, 2006

929, Park Avenue

Qui abitava LEI! Divina, incontrastata, impareggiabile e unica mia icona di stile. In questo posto Jackie Kennedy sceglieva i suoi abiti Oleg Cassini e le sue borse Gucci.

Lo ammetto, sono ancora intrappolata nella morsa di Google Earth, ma ce la farò a uscire...

martedì, novembre 07, 2006

Servizio momentaneamente sospeso: sono fra la Fifth Ave e la 49th St


Sì, ero a New York, ma adesso sono all'Avana. Colpa di chi mi ha suggerito di scaricare Google Earth. Adesso non riesco più a staccarmi, a me non si devono far vedere certe cose, lo sapete. E adesso come faccio a lavorare? Per una che impegnerebbe anche le mutande pur di andare in giro, è come far entrare una gazza ladra in un negozio di Swarovsky. Comunque volevo avvertire che per un po' sarò impegnata con i miei viaggi virtuali. Lucy in the Sky with Diamonds non era niente a confronto...

venerdì, novembre 03, 2006

Homo volubilis

Ragazzo 23 anni: “Stasera avrei bisogno di affetto, mi sento tanto solo…”
Donna 36 anni: “Non farla tragica, non sei uno sfigato. Anche una mia amica ha fatto certi apprezzamenti su di te”
Cretino 23 anni: “Ha la tua età?”
Donna 36 anni: “Ovvio che ha la mia età, pivello. Vuoi che vada in giro con l’asilo nido?
In alternativa c’è sempre la tua amichetta con la finta cintura Gucci fra un rotolo Michelin e l’altro. Se i suoi ormoni stanno calmi potresti anche avvicinarti senza essere tramortito da una zaffata ascellare e baciarla ratto prima che quel fondotinta da supermercato possa abbandonare la sua pelle, spalmarsi sulla tua camicia e scoprire nel suo viso il meraviglioso Mondo dell’Acne”
Ragazzo 23 anni: “Allora… cosa avrebbe detto la tua amica di me?”

Altri esemplari interessanti:
homo impenitens
homo convivens
homo superficialis

Tribute to a wonderful woman

Nei nostri trascorsi professionali, Trentamarlboro ed io avevamo una collega - gran donna - per altro una delle mie migliori amiche, che quasi ogni mattina ci stupiva con effetti speciali. Famosa era la sua sciarpa di licheni, seconda solo al cappotto di mammuth che girava per i corridoi dell'ufficio. Ma il massimo della sua spiccata attitudine alle stranezze lo esprimeva attraverso una brillante collezione di scarpe, da cui la celebre frase
"Il livello di stravaganza di una scarpa si misura in nano-Moretti".
Un tributo a noi, estimatori di questi preziosi dettagli, e ai bei tempi, quando al lavoro ci si divertiva anche se t'inculavano le ferie e la tredicesima...

I consigli di Donna Zen

Questa mattina Donna Zen consiglia la serie: "Un mondo a portata di donna".

Fastidi quotidiani


Mi spiegate perchè sempre sul parabrezza della mia macchina?! Primo, non è una Yugo. Secondo è già stata pagata.
E se pensate che il Kinder Sorpresa sul sedile sia il mio pranzo, beh, non è così.

giovedì, novembre 02, 2006

Ci avrei giurato!


Ci avrei giurato che quegli sfigati non sarebbero riusciti a beccare neanche una ninfomane in astinenza. E lo stavo notando proprio l'altro giorno quando li ho visti passare davanti all'ufficio con quel cappellino da libro Cuore. Insomma, è modo di andare in giro quello? I nostri stilisti disegnano le maglie della nazionale di calcio, le divise dell'Alitalia, e questi poveri disgraziati sono costretti a vestirsi come il Soldatino di Piombo... Ma a mali estremi, estremi rimedi: finalmente sembra che abbiano trovato il modo più economico per farsi pubblicità. Adesso voglio vedere Irina, che caccia fior di cuccuzze per l'inserzione sullo stesso quotidiano, quando questi possono farlo gratis e finire addirittura in prima pagina...

Brezza di novembre.

Lo dice la Donna Zen che ogni mattina mi regala una delle sue perle di saggezza. Non solo gli aggiornamenti sui poncho di visone che ha trovato in lapin per un decimo del costo. Non solo l’ultima frontiera del design minimalista che sembra Armani ma non nel prezzo, o i dettagli dell'effetto di un bordeaux con certi tipi di formaggio. E’ anche la Donna che dopo averti detto stasera mangerei polenta e latte ti piazza giusto lì due paroline del tipo

Dammi il coraggio di cambiare
la forza di sopportare
e la saggezza di valutare


A te ...
Guardiamo avanti, dài, che il mese é propizio.


Comunicato di servizio per i Gemelli: la Donna Zen dice che novembre per noi è un mese propizio, tira aria di cambiamenti, anzi - volendo cogliere l'occasione - tirerebbe uragano di cambiamenti. Dobbiamo approfittare e assecondare ogni nostra esigenza di novità perché già con dicembre ci sarà qualcuno che cerca di metterci il bastone fra le ruote. Questo è l’oroscopo e noi ci crediamo. Abbiamo ventotto giorni a disposizione. Ventotto giorni per decidere chi è dentro e chi è fuori dalla nostra vita. Amica Zen, ce n’è un po’ per tutte e due: dalla parete malva alle compagnie da sfoltire.


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