patio andaluz

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Località: Italy

Odio le persone apatiche. Di conseguenza amo quelle passionali

venerdì, ottobre 27, 2006

Toc toc. Siamo i Testimoni di Geova!

“Sicuramente anche a te hanno bussato alla porta due signore simpatiche, con una borsa al braccio, offrendoti un giornale: ti hanno fatto alcune affermazioni sulla terribile situazione della nostra società, del nostro pianeta dal punto di vista ecologico, per poi passare alla necessità di conoscere il "vangelo del regno" quello proclamato da Geova.
Hai sicuramente individuato in loro, due rappresentanti dei "Testimoni di Geova": ma forse non sei al corrente dell'organizzazione che sta dietro questi uomini e donne così zelanti e sinceri. Né conosci la dottrina che così fedelmente studiano, e che è sintetizzata in alcuni manuali che spesso e volentieri sostituiscono alla Bibbia, durante i dialoghi con le persone contattate.”


Sono loro. Simpatiche non credo, ma con borsettina e giornale in mano sì. In perfetto orario, cioè 8.45. Stranamente non è domenica. Sono davanti alla porta dell’ufficio, più puntuali di me, il che mi irrita perché significa che nel loro assurdo immaginario io dovrei essere in ufficio all'alba.
“Buongiorno, è un’abitazione questa?”
“Siete Testimoni di Geova?”
“Sì.”
“No, questo è un ufficio ed è ancora chiuso.”
“Possiamo chiederle due minuti?”. Ovviamente no. Significherebbe rubarmi la mia prima mezz'ora di lavoro, quella che dedico all’evasione della posta personale, tour fra i miei blog preferiti, news da internet, eventuali possibilità di shopping virtuale durante la giornata.
Ma siccome non accennano ad andarsene, approfitto per trarre beneficio dall’incontro e colgo l’occasione per uno sfogo liberatorio di primo mattino, di quelli che ti fanno respirare a pieni polmoni e ti scaricano i nervi per tutta la giornata. Mi dispiace per loro, ma i pensionati che ho sul mio groppone, preferisco mantenerli perché si dedichino ad attività socialmente più utili.
“Vedete, io i Testimoni di Geova non li sopporto. Non è solo perché vanno a rompere le scatole la domenica mattina. E’ per tutte queste storie delle trasfusioni che non ammettono, i trapianti d’organi...
“Le cose non sono così semplici, possiamo parlarne...”. STOP HERE! Adesso finisco.
“Insomma, io posso decidere per me, ma non per un minorenne. Quello è omicidio, puro omicidio.”
Mi guardano mortificate. Stamattina butta male, Geova non ci assiste. Le guardo anch'io, e penso all’impiegata della posta, testimonial anche lei, un mostro sdentato che per non farsi curare i denti ha tutto il viso deforme. Quindi procedo all’arringa finale.
“E poi...”, e a quel punto leggo nei loro volti impietriti imbarazzo e sgomento. “E poi com’è possibile che una donna non si faccia curare i denti? Almeno quelli davanti. Come si fa a mettere il rossetto con i denti marci? E’ una cosa indegna, schifosa, orripilante. Ma non vi vergognate ad andare in giro in certe condizioni? Un vero e proprio insulto alla categoria femminile. DOVREBBERO RADIARVI DALL’ALBO.”

mercoledì, ottobre 25, 2006

Come sentirti una scema mentre piangi guardando Pearl Harbor

...soprattutto quando lo vedi per la quinta volta. Le condizioni fondamentali per agire indisturbata sono:
A: che sia un giorno in cui lui va ad allenamento.
B: che dopo allenamento la squadra abbia voglia di birra, il che si realizza nel 99% dei casi.
C: Nel caso in cui A e B non si verificassero, non ti resta che sperare che sia una serata in cui non danno Ballarò, Le Iene, Report e altri programmi realizzati per farti sentire socialmente partecipe, e ricordarti che oltre ai tuoi problemi personali ci sono anche quelli collettivi, che prima o poi diventeranno tuoi personali.
Fatalità si realizza la condizione A, ma non la condizione B. Però nemmeno la C, e quindi nessuna obiezione se io mi guardo in santa pace (o quasi) Pearl Harbor, almeno fino al primo tempo, quando una prima rata di lacrime se n’è già andata alla partenza di Rafe per l’Europa, proprio quando lui le dice che preferisce rimandare al suo ritorno la loro prima notte, e tu sai che nel frattempo ci avrebbe pensato Danny, ma non puoi dirglielo.
Sfortunatamente l’allenamento finisce presto, giusto in tempo per definire l’attacco a Pearl Harbor “un’immane stronzata, un’americanata”, farsi quattro grasse risate sulle battute di Baldwin e sghignazzare sulla mia seconda ondata di pianto, quando muore Danny. E per fortuna che è morto Danny, perché se moriva Ben Affleck era ancor peggio.
Infine, mentre io cerco un lembo asciutto del kleenex, il momento magico è rotto dal commento più insensibile e rozzo che potessi mai sentire in quel frangente: “Come si fa a piangere per questa cazzata? Si vede che non capisci niente di cinema”.
Siamo sicuri che Dio gli ha tolto solo la costola?

domenica, ottobre 22, 2006

Copyright


Il pallone smette di rimbalzare e sento i suoi passi salire le scale. E' lui, stranamente non in mutande. In perfetto aplomb, capello lucido, bellissimo nel suo smoking in lana di vigogna, papillon di seta, busto scultoreo avvolto in cummerbund di raso, avanza con passo disinvolto ed elegante, lasciando nell'aria una leggera nota di Cartier.
Ora è così che devo scrivere di lui. Non più calzini luridi e ginocchia malconce. Lord Tommaso si è risentito.
"E non voglio più che tu metta in dubbio quello che penso delle donne".
Lady Penny, splendido esemplare di levriero afghano sempre al suo fianco, annuisce superba.
"Va bene, non scriverò più di te."
"Non ho detto questo. Ho detto che non devi più scrivere certe cose."
Cane e padrone incrociano i propri sguardi compiaciuti e si apprestano al congedo, quando Lord Tommaso si avvicina e bisbiglia:
"Potresti però mettere la mia foto. E scrivere come mi chiamo, nome e cognome."
"E perché?"
"Perché non vorrei che un altro Tommaso pensasse che sua zia scrive queste cose di lui", e aggiunge fiero "Queste cose LE HO DETTE IO."

Da "Dialoghi con l'Amichevole Spiderman di quartiere"

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giovedì, ottobre 19, 2006

strani sentori...


“Marti, ma ti sei resa conto che quei due stronzi di ieri sera ci hanno dato la nostra vera età?”
“Ma no, ci hanno dato un anno di meno, non sei contenta?”
“Contenta?! Sono contenta quando me ne danno cinque in meno, ma uno solo cosa vuoi che sia?”
“Ma che te ne frega, ci hanno offerto tre giri di aperitivo!”
“Me lo pagavo volentieri da sola l’aperitivo, se quello non mi dava 35 anni.”
“Ma tu hai 36 anni! Non ha detto un’eresia...”
“Marti, per una volta cerca di non essere così razionale e vienimi incontro. Aveva bevuto troppo e non è sempre vero che in vino veritas. A volte l’alcool ti fa vedere una realtà distorta. E poi abbiamo parlato di cosone, ci siamo presentate come donne vissute, li abbiamo fatti sentire due liceali... Marti, credi che sia per via di questo schifo di pettinatura?”

***
Stamattina la commessa: “Mio figlio si è innamorato di te!”
“Ma davvero?”
“Sì, però ha sedici anni.”
“C’è qualcosa che gli piace? cioccolatini, caramelle... gli voglio fare un regalo!”
“Ti ha vista entrare in negozio e non fa altro che parlare di te a sua sorella. Mi ha chiesto di indagare se sei sposata.”
“Tenero!”
“Beh, io gli ho detto che probabilmente sì, che insomma... si vede che non hai quindici anni. Neanche SETTANTA, ma nemmeno quindici!”
Signora mia, fra quindici e settanta ci sono CINQUANTACINQUE anni di differenza: in che fascia mi collochi? No, perché a questo punto comincio a sospettare che stiano tutti congiurando contro di me, che vogliano farmi venire la classica crisi d’età che per altro non ho mai avuto...

Dopo Catello, Trentamarlboro

"Aveva pochi anni quando cominciò a sporcare d’inchiostro le bianche pagine del suo diario, e non molti di più quando con le sue manine cucciole confezionava i suoi primi pezzi per il giornale. Ma la vita lo costrinse a duri compromessi, e per guadagnarsi la pagnotta fu costretto ad alternare utile e dilettevole sfornando comunicati stampa al servizio di un noto centro di ricerca teatrale gestito da comunisti dove la vita a fianco di attori puzzolenti e alternativi, talvolta anche finocchi, mise a dura prova la sua intollerante indole destrorsa e insofferente a qualsiasi forma di stranezza sfacciatamente ostentata. Per anni si presentò in ufficio con cuffietta di lana sugli occhi e spalle strette nel Barbour, avvolto da una nube di Marlboro. Da cui il nome d’arte. D’estate, quando i piedi sandalati dei suoi colleghi trasferivano pubblicamente le memorie dal sottosuola e le loro ascelle più specificatamente quello della cipolla fritta, preferiva ritirarsi a scrivere nel vicino bar di Mortimer, dove circolavano molti tossici ma erano certamente più sopportabili degli odiatissimi sandali. Con i primi guadagni al giornale si comprò un Rolex, ma intuì ben presto l’inutilità di quell'oggetto se egli fosse rimasto sul libro paga dei bolscevichi. Fu così che durante i suoi lunghi ritiri sulle Alpi Carniche mise mano al suo primo romanzo. Ma nonostante folle di lettori lo incoraggiassero, il giovane esitava a cercarsi un editore, finché un giorno l’editore cercò lui..."

E adesso, amici.... un altro di voi ce l’ha fatta!!!
E’ lui, che nascosto per anni dietro lo pseudonimo di Trentamarlboro, ha conquistato la simpatia di tutta la blogosfera con un seguito di mezzo milione di presenze e candidato fra i migliori blogster dell’anno. E’ lui che, che dopo anni di comunicazione via mouse, ha deciso di uscire allo scoperto, lasciare lo schermo per la carta stampata e pubblicare il suo primo romanzo.
Trenta, ce l’hai fatta, sei tutti noi!
IN YOU WE TRUST!!!

Ma ora che diventerai famoso, Trenta, non ti dimenticare dei tuoi amici rimasti nella terra di Catello. Di quando bevevi il caffè da Mortimer e trovavi il verme nello zucchero. Di quando scrivevi i comunicati dovendo annusare zaffate di cane odorante di malga alpina. Di quando la tua chitarra suonava Bocca di rosa e noi cantavamo La guerra di Piero ridendo del nostro capo che saliva sul tetto in vestaglia ming, e di quando proclamavamo il vincitore del Festival del Peto di Locarno mettendo in riga birilli di vuoti di rosso...


ED ORA I CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Il titolo
"Ho perso la verginità durante una puntata di OK, il prezzo è giusto". Lunghezza liberamente ispirata a Lina Wertmuller.
Tre buoni motivi per correre in libreria
1. Trenta è un bel vedere e non sarebbe male se la Bignardi lo invitasse alle Invasioni Barbariche prima che chiami di nuovo Niffoi o altri scrittori brutti e grassi.
2. Siamo stufi di leggere pagine di sfighe, duelli a suon di cancro tra Fallaci e Terzani.
3. Il libro si leggerà d’un fiato e prima che si metta d'impegno a scrivere il secondo passerà un altro quarto di secolo.
Rassegna della stampa
Special thanks to
Chi sapeva ed è riuscito a trattenersi. A fatica. A grande fatica.

mercoledì, ottobre 18, 2006

La sagra del cinema di Roma

Sfigato Veltroni! Per poter andare a cena con la Kidman, prima è diventato sindaco di Roma e poi ha organizzato questa specie di sagra popolare del cinema, un po' alla portata di tutti, per il pubblico che non ha i pass per Venezia e per gli attori che a Venezia non sono stati invitati.
E adesso l'incidente della metropolitana gli manda tutto in fumo.
Ma ci pensa la Bellucci a sdrammatizzare il tutto, suscitando l'irrefrenabile attacco di ilarità che ci sorprende ogni volta che sentiamo la Germani a RadioDue, "Cioèssssì, ci sentiamo tutti un po' stupidi, a parlare di cinema in questo momento...". Cioènnno, Bellucci. Togli il tutti e la seconda frase, e ti rimane una grande verità. Ma ci voleva la metropolitana per fartelo intuire?

martedì, ottobre 17, 2006

Why?

Mi sto americanizzando e questo mi inquieta.
Era dai tempi in cui credevo di essere la reincarnazione di Laura Ingalls che non sogno più una casa nella prateria.
Non so cosa mi stia succedendo, ma sento che ho bisogno di un'endovena di sangria, flamenco, moussaka e sirtaki, couscous, the alla menta, vino, pomodori e aglio. La mediterraneità mi sta sfuggendo di mano.

Scripta manent


“Io odio le donne perché mi fan gomitare. Le donne non hanno niente di (s)peciale. Io non voglio una fidanzata.”


Già, perché invece loro faranno la fila per assistere ogni sera a questa scenetta da favola, specie se al posto del succo di frutta ci sarà una bella birrozza. Donne disposte a tutto pur di poter lavare quei calzini e ritrovarsi certe ginocchia sul divano Cassina.
Ma non importa, tenero: libera il piccolo omino che c’è in te e continua a pensare che sia tu a non volere loro.
Sappi, caro, che io ho conservato questo prezioso documento che abbiamo sottoscritto insieme la scorsa primavera quando, in un afflato di misoginia, sei venuto da me dicendo che non ti saresti mai sposato e che non avresti mai voluto dei bambini a romperti le scatole, dimentico forse del fatto che anche tu appartieni alla categoria.
Ti chiesi il perché di tanta determinazione e mi spiegasti che, una volta diventato scienziato, una donna troppo vicina avrebbe potuto appropriarsi delle tue formule segrete. Ti feci notare che magari una bella mente femminile avrebbe potuto anticiparti nelle scoperte, e tu, con assoluta determinazione rifiutasti l’ipotesi che una femmina potesse diventare scienziato, per di più migliore di te. In quel frangente percepii che stava iniziando la fase di metamorfosi inversa tipica del sesso maschile: da farfalla ridiventa crisalide e poi, si sa, la bestia iniziale la conoscono tutti. Ma quando mi confidasti che per non rimanere solo, eventualmente ti saresti sposato solo con il tuo papà, allora capii che la trasformazione era ancora lontana e quella farfalla era totalmente immune da sintomi di adolescenza precoce.
Prima che scattasse il time out del nostro incontro - il momento in cui cominci a saltellare nervosamente con passo da étoile - passai agli atti. Perché - è noto - scripta manent. Così firmammo una scommessa.
E adesso, caro mio, ti voglio fra una quindicina d’anni quando ti vedrò mano nella mano con una ragazza, e se il tuo irriducibile orgoglio non si sarà ancora mitigato, con le orecchie rosse di vergogna mi dirai che il tavolo in uno dei migliori ristoranti del momento è prenotato per me. Contrariamente, mi divertirò ancor di più se la tua avversione per le donne mi costringerà a regalare allo scienziato di cui sopra il dvd di Batman Forever, così come da richiesta scritta e firmata dalle tue manine cucciole.

Da "Dialoghi con l'Amichevole Spiderman di quartiere"

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lunedì, ottobre 16, 2006

Titolo dell'allegato: "Benedicta"


Ambasciator non porta pena, io non ho insinuato niente.
Mi limito a girarla così come mi è stata inviata da un amico spagnolo
zapaterista e molto anticlericale.
Solo un'osservazione: l'unica differenza da cui potresti dedurre che non può essere lui, è che sta lavorando.

giovedì, ottobre 12, 2006

Pret-à-porter

“Caro presidente Karzai, tu che sei stato eletto uomo più elegante del 2005 e certo non metti i jeans con il cavallo che arriva alle ginocchia, dimmi, cosa indosseranno quest’anno le donne afgane? Dammi qualche dritta sugli ultimi modelli di katfani e burka.
Quest’anno non metterò le scarpe di Mary Poppins. E nemmeno quelle di Shirley Temple con la punta rotonda, che però ho già comprato perché non c’era di meglio e perché mi dicono che a metà ottobre non si può girare ancora con le infradito. Non metterò neppure gli stivaletti al polpaccio modello polio, e neanche i
pinocchietto che fanno tanto Rita Pavone. I baby doll che la Littizzetto porta con tanta nonchalance, su di me attirerebbero sguardi sospetti, e odio le gonne scozzesi fin dalle elementari. I leggings fuori dalla palestra mi fanno orrore, e i jeans super attillati fino alle caviglie (specie con le decolleté) sono volgari tanto quanto una minigonna di jeans e i tacchi alti. Considerato che non sono alta un metro e ottanta, con il cappotto-vestaglia farei l’effetto-zio Fester, mentre le giacche napoleoniche speravo avessero definitivamente chiuso capitolo con gli Spandau Ballet. Quanto ai capelli, ho già dato. La mia coiffeur (e guai a chiamarla ancora "parrucchiera"!) mi ha fatto uno dei suoi tagli a tradimento. Ho avuto l’incauta idea di dirle “fai quello che vuoi, basta che me li lasci lunghi” e mentre stavo aggiungendo “magari senza frangettone” (dopo Pulp Fiction non ce la faccio proprio) aveva già in mano metà della mia ciocca davanti. “E’ un taglio trendy, l’ho appena visto a Londra”, dice. Ma di inglese c’è solo che l’indomani mi sono svegliata come un Beatles. E dire che per fortuna non mi trucco, perché con la pelle di porcellana rilanciata alla grande e le guancette rosse tipo matrioska, dovrei coprire trent’anni di abbronzatura con un cerone da backstage. Caro Karzai, dammi tu qualche consiglio per non restarmene a casa in pigiama...”

Coca test

"Ho fatto il test e sono risultato negativo"
E ti credo! Altrimenti avresti potuto denunciare il tuo pusher: se quelli sono gli effetti, sicuramente doveva averti venduto roba scaduta.
Giovanardi, non ti preoccupare: eri altamente insospettabile. La tua verve oratoria è pari solo a quella di Bossi senza flebo.

martedì, ottobre 10, 2006

Per Angela: qualcosa di kafkiano


(Angela: ... Paris? Ora per riequilibrare l'armonia di questo blog perlomeno devi scrivere qualcosa su Kafka!)

Ed eccoti accontentata!
In alternativa ci sarei io. In questo medesimo istante sto vivendo un processo di perfetta nemesi kafkiana: rapita da un'improvvisa voglia di far niente, mi sto alienando da tutto ciò che invade la mia scrivania per addentrarmi nei meandri di google e spaziare nella blogosfera senza per altro che nessuno se ne accorga. Se dovessero calpestarmi e gettarmi nella spazzatura, avverti tu.

My personal pusher



Per aver saputo dimostrare con notevole efficacia la plenipotenzialità delle proprie caratteristiche intrinseche, atte a soddisfare l'appagamento delle papille gustative, e nella fase di deglutizione un totale godimento finalizzato all'assimilazione cerebrale volto allo stimolo della serotonina, è con estremo piacere che dichiariamo vincitore assoluto per la strordinaria regia delle giornate in preda alla depressione la Ferrero Incorporation per il capolavoro

NUTELLA

(Academy Award for Directing)

Per essere riusciti ad interagire nei rispettivi ruoli, conducendo un seducente gioco di complicità nella lavorazione degli aperitivi del venerdì, e per aver accompagnato con discrezione e abilità gli sfoghi di una settimana trascinata alle ultime ore, assegnamo l'oscar come
attori protagonisti maschile e femminile a
PROSECCO e PATATINE
(Academy Award for Best Actor, Academy Award for Best Actress)
Per aver saputo collaborare con le proprie immagini destinate alla fervida fantasia dell'utente nella proiezione dalla scrivania all'iperuranio durante i momenti di maggior grigiore delle lunghe giornate invernali, è con estremo piacere che conferiamo il premio alla fotografia al sito
WEBSHOTS.COM
(Academy Award for Best Cinematography)
Per aver saputo accompagnare i viaggi in macchina descrivendo con la struggente melodia i momenti più introspettivi in cui si alternano picchi di euforia e baratri di sconforto, conferiamo il prestigioso premio per la migliore colonna sonora a Sheryl Crow per
RUN BABY RUN
(Academy Award for Original Music Score)
E infine, per aver attuato le più spettacolari allucinazioni durante le cene del sabato sera quando hai deciso che da lunedì inizia una nuova vita salutista e piena di buoni propositi e quindi tanto vale divertirsi, inoltre per l'eleganza con cui ha accompagnato i cibi più devastanti,
a pari merito assegnamo l'oscar per gli effetti speciali a
NERO D'AVOLA e BRUNELLO DI MONTALCINO
(Academy Award for Visual Effects)
The Annual Academy Awards vi dà appuntamento alla prossima edizione per l'assegnazione del premio "My personal pusher"

giovedì, ottobre 05, 2006

Tanto per chiarire

Io non sono invidiosa di Paris Hilton! Io ho tante cose che lei non ha: gli occhi grandi, il conto in rosso, la cellulite, per esempio.

mercoledì, ottobre 04, 2006

Con quella non ti ci voglio vedere!

E’ già noto alle folle che non sono l’abitante ideale della regione in cui vivo, segnata dall’impronta leghista che l’ha resa orgogliosa delle proprie radici e indotta al recupero di tradizioni ormai quasi sconosciute ai più. Mi perdonino i puristi della lingua friulana e gli estimatori della polenta se fra loro e me non c’è mai stato quel grande feeling, ma ci sono cose che non ho mai potuto digerire. Come ciò che accadrà questa sera nel parco di Villa Manin, a parte la pioggia, a parte Bruce Springsteen. Ovvero: come rovinare un concerto. Ora, che la Regione abbia pagato fior di soldoni una mente geniale per partorire lo slogan “Ospiti di Gente Unica”, quello lo sappiamo. Ma che per far fruttare l’ingente investimento tale slogan debba essere stampato anche sul sedere dei maiali destinati al prosciutto di San Daniele o sulle tette delle vacche che producono il Montasio, quello è inaccetabile. Bene, signore e signori, questa sera The Boss assisterà a una scena impietosa che mai rivedrà in vita sua, sempre nel caso dovesse superare lo shock e continuare ad esibirsi in pubblico. Stasera pioverà, perché di questo ne siamo certi visto che la pioggia in Friuli è doc, e se stasera pioverà, tutte le cinquemila persone presenti saranno pronte ad aprire l’ombrello che l’Intelligence avrà messo a disposizione, tutti i cinquemila ombrelli rigorosamente firmati “Gente Unica”. Non solo, ma quando The Boss si appresterà a intonare le prime note della sua più romantica e struggente canzone, tutti i cinquemila presenti non esiteranno un attimo a sfilare dalle proprie tasche quel provvidenziale accendino che l’Intelligence avrà scrupolosamente messo a disposizione. Naturalmente con logo "Gente Unica". Certo questo non succede nel New Jersey, ma Bruce è un uomo vissuto e ha visto di peggio. I guai arriveranno a casa, quando Patti Scialfa disferà le valigie e si ritroverà sul letto una t-shirt con la scritta MANDI, regalata personalmente dalla Giunta Regionale Friuli Venezia Giulia: avrà l’onore di finire nell’armadio o The Boss sarà costretto anche lui a indossarla solo ed esclusivamente durante i tornei di calcetto e le serate in birreria con gli amici, lontano dallo sguardo severo della moglie?

P.S.:Prima recensione (mail di mio fratello)

"Il concerto è stato stupendo! Ha 57 anni e canta con l'allegria di uno di 15. Le nuove canzoni sono molto belle, è un misto tra folk, swing e rock. Secondo me è il disco che ha sempre voluto e che non gli avevano mai lasciato fare.
Ha cantato The River, Growin'up, You Can Look e Jhonny 99 delle vecchie, ma con arrangiamenti del tutto nuovi. Straordinario, ancor meglio di Assago. Li era triste perché aveva appena lasciato la band e si era messo con quella troia della Shalfa. Adesso lo vedi che si diverte come un matto."


Puntualizzerei su quel troia. E' solo perché sai già che non gli lascerà mettere la maglietta.

Stasera non ci sono per nessuno

Wilson: C'è per caso da qualche parte una luce che si illumina quando sto mangiando?
House: Si... verde per il cibo, arancio per le bevande e rossa per i pensieri immorali... quella lampadina si brucia ogni 2 settimane.

Il mio mercoledì è sacro, guai a chi osa sfiorare il telecomando.

martedì, ottobre 03, 2006

Esprit de finesse, esprit de geometrie

Lau: "...Tra l'altro ultimamente non riesco più a inviare i messaggi."
Io: "E come mai?"
Lau: "Mi compare una finestra e sotto delle lettere che poi devo riscrivere in una casella."
Io: "E allora?"
Lau: "E allora quelle lettere sono strane, non le trovo nella tastiera."

Rob., l'uomo razionale, ci guarda interessato quasi fossimo oggetto di studio. Embrioni furbi riusciti a manipolare l'esito dell'amniocentesi.

Ma io, Lau, ti capisco. Perché da anni mi prendono in giro per essere andata all'Olimpionico a chiedere se avessero le grondaiette per le sopracciglia, quelle che impediscono al sudore di scenderti sugli occhi quando giochi a tennis, così come mi aveva suggerito il mio bastardo istruttore e fidanzato.

"Noi impostiamo la nostra vita secondo un diverso programma di intelligenza, che non prevede uno spirito matematico ma si basa essenzialmente sulla poesia".

Piccole perle di saggezza

"Se due persone che si amano hanno un solo pensiero, c'è qualcosa che non va"
Carrie Bradshaw
filosofa stranamente non presente nei manuali di filosofia

lunedì, ottobre 02, 2006

E così...

Ti capisco al punto che le tue parole avrei potuto scriverle io e non ci sarebbe stata la differenza di una virgola.
Solo una cosa, non direi tanto anime in pena, quanto anime in volo, il che implica grandi orizzonti che pochi altri scorgeranno, altezze vertiginose che tolgono il fiato e pericolose cadute libere.... e altre cose ancora che tu, ora, già sai e con le quali puoi completare questa frase.
A.

... e così lo scrivo, per non dimenticarmi quello che dicono solo certe persone speciali.

Everybody's Changing

Prendi un titolo, togli il testo e lascia la musica.
Everybody's Changing, Keane.
Se penso che avrei quasi nostalgia di una sera d'autunno, fuori a guardare il cielo che imbrunisce, un tè e una canzone; se penso che sembra ancora estate e potrei continuare per molto a far finta che in realtà non sia ancora finita. Allora tutto si spiega.
Ma perché fa così paura cambiare?


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