patio andaluz

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Località: Italy

Odio le persone apatiche. Di conseguenza amo quelle passionali

martedì, agosto 29, 2006

L'oggetto della cafoneria

Ovvero, come snobbare il galateo del Ventunesimo secolo. Su chi fa uso improprio del cellulare si potrebbe scrivere trattati. Lo squillo non è mai gradito e nemmeno subire in diretta conversazioni di cui non te ne può fregare di meno. Ma speri sempre che queste cose non le facciano i tuoi amici, perchè sono persone educate. E infatti è così. Quando però qualcuno che non senti da mesi (almeno dall'ultima volta che aveva bisogno di sfogare i suoi problemi su qualcuno), ti manda un messaggio del genere, cosa puoi pensare? Non certo che non è amico tuo...ha il tuo numero! Che è un tirchio impenitente e vuole solo farsi richiamare, sì. Che in realtà non gliene frega niente di come stai tu, ma vorrebbe parlare (gratis) di sé e spera che lo chiami tu, sì. Oppure potrebbe anche non avere bisogno di te, ma non si sa mai per un futuro, meglio mantenere i rapporti, e quindi il messaggino tattico e soprattutto economico è la soluzione migliore.
E allora tu, che finalmente ti sei svegliato e non hai più scritto "Giocondo" in fronte, tu che una volta spendevi follie in ricariche perchè "gli amici sono amici", ma che adesso hai imparato a distinguere amici da amici, tu che ti rendi conto di quanto sia assurda una domanda del genere, visto che per una risposta soddisfacente non basterebbero i 450 caratteri a disposizione...

allora rispondi...

lunedì, agosto 28, 2006

Quali pacs? Sto a Bali con mia sorella.

Quando ero alle elementari e le mie amiche sognavano che un giorno si sarebbero sposate con l'abito bianco, io dicevo che se mi fossi sposata, l'avrei fatto con un abito da sera come mia cugina. Alle medie, quando le mie amiche sognavano che si sarebbero sposate con un abito non comune, io sognavo che non mi sarei mai sposata. Ma alle superiori, quando le mie amiche temevano che non si sarebbero mai sposate, io non avrei mai più pensato che il mio sogno sarebbe stato più difficile da realizzare del loro. Ora, a trentasei anni, continuo a pensare che non vorrei sposarmi, fosse anche semplicemente per una questione di principio. Ma più passa il tempo e più mi rendo conto che le convenzioni sociali te lo impongono. Chiesa o municipio non è quello il punto. Non mi voglio sposare e basta, per rispetto alle mie idee di adesso e di quando ero bambina. Ora scopro che qualcuno mi viene incontro con una parola nuova che sa di speranza. I cosidetti "pacs". Assecondo chi mi chiede un voto per questa allettante promessa. Certo non era quello che faceva la differenza, ma un certo peso ce l'aveva. Ed ora, questa manica di nullafacenti che io ho votato, ha fatto di tutto fuorché occuparsi dei pacs. Ha liberato orde di delinquenti, ha mandato contingenti in Libano, che pagheremo con le nostre tasse come se avessimo soldi da buttare. Ma di pacs non si sente ancora parlare. Scrivo al più determinato di loro, o meglio, al più motivato. Motivata, pardon. O motivato? Ebbene, il signore/a Vladimir Luxuria lascia detto che in questo momento è a Bali con sua sorella. E chissenefrega, prima il dovere e poi il piacere, visto anche che il tuo stipendio dovrebbe farti vergognare di andare in ferie prima ancora di aver prodotto qualcosa di buono. Se sarò costretta a legalizzare la mia posizione con un pirata di notaio prima che tu e i tuoi amici muoviate le chiappe in modo produttivo e non solo per piacere personale, giuro che stavolta passo dalla parte di Calderoli.

In caso di emergenza svitare il tappo

L'amica degli stati di emergenza, quella sempre pronta a consolarti nei momenti di depressione. Certo, abbastanza traditrice. Un brufolo da qualche parte te lo piazza, l'importante è che non sia in mezzo alla fronte. Ma il suo compito lo assolve rapidamente. Ora, una mossa tattica: mai prendere il vasetto da 200 grammi, sempre almeno quello da 400. Primo, perchè non hai precisamente idea di quanta ne hai mangiata. E poi perchè, quando constaterai che non l'hai finita, sarà già un motivo per sentirti meglio. Infine, perchè se vai a letto con il magone ancora da sciogliere, sai che lei è sempre lì, pronta a venirti in soccorso.

domenica, agosto 06, 2006

giovedì, agosto 03, 2006

Indulto

Una volta questo gioco si chiamava “guardie e ladri”. Il ladro non rimaneva molto tempo in prigione, altrimenti il gioco non funzionava, perché anche chi faceva il poliziotto doveva avere un suo ruolo. Insomma, bisognava divertirsi tutti, no? Adesso chi si diverte meno sono quelli che aspettano di vedersela con detenuti particolarmente vendicativi dopo l’indulto voluto dal Governo. Sta fresco chi ha denunciato qualcuno mandandolo dritto dritto in galera. Stanno freschi giudici, avvocati, poliziotti. Chi si è illuso di rifarsi una vita tranquilla sapendo che il proprio incubo era in manette. Ma stiamo freschi un po’ tutti, che dobbiamo guardarci intorno quando camminiamo per strada, perché “loro” non portano il numero sul petto e non hanno nemmeno la palla al piede. Esagerata! Come fai ad essere così ottusa e prevenuta?
Boh! Non lo so neanche io. So solo che nel mio paese un ex detenuto per tentato omicidio e beneficiato dall’indulto, come primo “fioretto” ha pensato bene di andare a completare l’opera incompiuta. So che questi non hanno una casa dove vivere né un lavoro. Non che mi facciano pena, intendiamoci. Ma trovo il tutto molto assurdo. Eppure questo Governo io l’ho votato, e non mi aspettavo che esordisse con una serie di simili cazzate. In effetti l’avevo votato per altri motivi. Per i pacs, ad esempio. Chi se li ricorda più i pacs? D’altra parte mi è andata anche bene, se penso che il mio amico Fabio, avvocato in carriera con cui ho condiviso l’euforia post elettorale, oggi era immortalato sul quotidiano locale per la protesta contro il decreto Bersani.
Va bene, va bene, non perdiamoci d’animo, siamo solo all’inizio. Vediamo il lato positivo: io non ho mai denunciato nessuno, posso stare tranquilla. Potrei approfittare del momento e diventare anche io uno dei famosi “imprenditori”: immagino che le attività che andranno per la maggiore saranno le agenzie di sicurezza personale, le comunità di recupero che ricevono molti contributi pubblici, la produzione di armi, i serramenti blindati... Che dire? Questa Italia sa sempre come reinventarsi! Il mercato va male e noi troviamo lo stratagemma per cadere in piedi. Chissà com’è quotata in borsa la Beretta...

mercoledì, agosto 02, 2006

Ottantadue euro e cinquanta

Settantacinque euro più i diritti di prevendita, per la precisione. Se fossi abbastanza ricca da poter fare beneficenza, piuttosto farei direttamente un bonifico all’Unione Italiana Ciechi. E se tutti la pensassero come me, il signor Boccelli Andrea potrebbe ritornare a cantare nelle balere.
Questo non è semplice astio verso di lui, che giustamente fa gli affari suoi. Anche se, a onor del vero, dicono sia veramente una primadonna, quello che in gergo si definisce una checca isterica o, più volgarmente, una pigna nel culo. Ce l’ho con l’ignoranza della gente, che non sa distinguere diamanti da vetro, che subisce passivamente tutto quello che impone la fabbrica del trash. In particolare al friulano "colto", che spende cifre vergognose per ascoltare un mediocre Nessun dorma, e non sa nemmeno che a pochi chilometri da casa sua vivono cantanti lirici attualmente impegnati in prime parti all’Arena di Verona, alla Scala o al Covent Garden.
Mi ricorda quella scena in cui John John Kennedy, dopo una prima alla Scala andò a complimentarsi con Riccardo Muti dicendogli che aveva attraversato l’oceano per venire a sentire quel concerto, e il sagace direttore gli rispose “Sarebbe stato più comodo se fosse venuto a sentirmi a Philadelphia, dove ho diretto per molti anni”. Chi è venuto a raccontarmi di aver sentito delle arie opera nientemeno che “da brivido” l’altra sera a Villa Manin, non ha mai sentito parlare di Luciana D’Intino o di Fiorenza Cedolins, che è di Vito d’Asio e i questi giorni interpreta Tosca all’Arena? No, è troppo faticoso tastare personalmente la qualità, meglio affidarsi al cattivo gusto comune, che non sia sbaglia mai: tutt'al più, si sbaglia in gruppo.
Ora mi chiedo come sia possibile pagare ottanta euro per sentire questo cantante da Sanremo, che avrà anche una bella voce, ma è pur sempre un cantante da Sanremo. Non da Tosca, non da Bohème. Eppure il suo cachet è a sei cifre e il primo numero non è uno. Ma finché Pantalone paga, perché non approfittare? D’altra parte, se Pavarotti viene coperto di allori perfino dopo essere stato snobbato anche dagli americani, perché non dovrebbe cavalcare la tigre lui, che ha dalla sua anche il vantaggio del buonismo italiano? Non ha nulla da temere, finché a Sanremo non si presenterà un cantante sordomuto. E allora saranno cazzi amari.

Dovere

Mi scuso con tutti coloro i quali come me sono stati pervasi da un senso di ribrezzo nel leggere il capitolo precedente e, ancora più, colpiti da un improvviso conato di vomito nel vedere la foto. Spero di rimediare offrendo una sublime vista di quanto più gustoso ci possa offrire una delle migliori cucine italiane: la signora Fiorentina, ritornata sulle nostre tavole dopo un lungo periodo nero di vacche magre (e pazze). Consiglio di non soffermarsi a lungo nelle ore precedenti pranzo e cena.
Per chi è a dieta, guardi pure sotto.


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